CINA. Centro di intelligence nel Mar Cinese Meridionale 

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La Cina potrebbe trasformare un’isola artificiale, nelle contestate acque del Mar Cinese Meridionale, in un centro di intelligence che cerca di esercitare il controllo sulla regione, secondo un think tank di Washington.

Stando a quanto riferisce il Csis Asia Maritime Transparency Initiative, ripreso da Scmp, la parte nord-orientale di Fiery Cross è ora equipaggiato con un complesso di comunicazioni o sensori più grandi di quelli presenti in altre isole artificiali dello Spratlys.

L’affermazione del Csis si basa sul confronto delle immagini satellitari e delle foto aeree pubblicate dal quotidiano filippino Daily Inquirer: «Fiery Cross potrebbe servire da piattaforma di intelligence o di comunicazione per le forze cinesi nell’area», si può leggere in un documento pubblicato da Csis. 

Conosciuto come Yongshu Reef in Cina, Fiery Cross Reef è una delle sette barriere coralline che Pechino ha trasformato in isole nell’arcipelago delle Spratlys. È la più piccola e la più a sud del complesso conosciuto come “Big Three”, che comprende anche Subi, o Zhubi in cinese, e Mischief, o Meiji.

Fiery Cross è stata sede di una stazione meteorologica per la ricerca del Global Sea Level Observing System dal 1987.

Fiery Cross è stato il sito più edificato lo scorso anno con lavori su edifici di circa 100.000 metri quadrati; una pista di 3 km è stata completata nella parte nord della barriera corallina nel 2015, mentre gli hangar abbastanza grandi da ospitare bombardieri, serbatoi di rifornimento e aerei da trasporto sono stati costruiti a sud della pista l’anno scorso.

Inoltre, è stato completato un campo di torri verticali, probabilmente radar ad alta frequenza, e due torri sormontate da cupole per alloggiare sensori e mezzi di comunicazione.

Una struttura così ampia potrebbe essere utilizzata per mantenere una comunicazione stabile con il sistema meteorologico globale, garantendo allo stesso tempo la comunicazione tra le isole artificiali della Cina nel Mar Cinese Meridionale.

Antonio Albanese