CINA. Carne USA nel Celeste Impero

317

Gli Stati Uniti hanno fatto un passo avanti il 12 giugno per riprendere la spedizione commerciale di carni bovine statunitensi e di prodotti a base di carni bovine in Cina per la prima volta negli ultimi 14 anni.

Il segretario dell’agricoltura americano Sonny Perdue, riporta China Daily, ha annunciato l’invio dei documenti tecnici relativi all’inizio delle spedizioni, dopo che i due governi hanno raggiunto un accordo sui dettagli finali del protocollo per consentire agli Stati Uniti di riavviare le esportazioni di carni bovine in Cina. «Oggi è un grande giorno per gli Stati Uniti e in particolare per i nostri produttori di bestiame, che torneranno ad accedere ad un enorme mercato con una classe media sempre in espansione (…) Non ho alcun dubbio che non appena i cinesi avranno assaggiato il manzo americano, ne vorranno di più», ha detto Perdue.

La ripresa delle esportazioni di carni bovine statunitensi in Cina fa parte del Piano d’azione 100-Day USA-China annunciato l’11 maggio e il risultato del nuovo dialogo economico globale e americano co-presieduto dal segretario del Commercio americano Wilbur Ross, segretario del Tesoro Steven Mnuchin e Il vice-premier della Cina Wang Yang. «Il presidente Trump sta facendo di più per migliorare la relazione tra Stati Uniti e Cina di qualsiasi presidente in decenni e questo accordo finale sui protocolli di manzo rappresenta progressi ancora più concreti», ha detto Ross nel comunicato relativo alla spedizione.

Secondo il comunicato stampa del dipartimento del Tesoro Usa, la Cina è emersa come un importante acquirente di carni bovine negli ultimi anni, con importazioni che sono passate da 275 milioni di dollari nel 2012 a 2,5 miliardi di dollari nel 2016. La Cina aveva vietato le importazioni di carni bovine statunitensi nel 2003 dopo che furono scoperti casi di mucca pazza.

I profondi squilibri commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti sono stati al centro della politica commerciale dell’amministrazione di Trump verso la Cina. Problemi strutturali avrebbero contribuito allo squilibrio commerciale tra i due paesi: la Cina ha mantenuto un elevato tasso di risparmio durante la sua espansione economica, mentre gli Stati Uniti consumano una grande quantità di prodotti e servizi globali e hanno un tasso di risparmio molto basso.

Durante il periodo 2010-2015, le esportazioni da parte di società estere in Cina hanno rappresentato circa la metà delle esportazioni totali della Cina. 

Gli Stati Uniti sono stati preoccupati per il deficit commerciale delle merci con la Cina, mentre la Cina registra un deficit nel commercio di servizi bilaterali, che riflette le diverse strutture commerciali dei due paesi: i dati del ministero del Commercio cinese hanno mostrato che nel 2016 il disavanzo della Cina nel commercio dei servizi con gli Stati Uniti era pari a 55,7 miliardi di dollari, che rappresentava il 23,1% del totale dell’anno, rendendo gli Stati Uniti una fonte di primo piano per il disavanzo commerciale dei servizi cinesi.

Gli squilibri commerciali tra i due paesi sono dovuti principalmente a questioni strutturali fondamentali, non ai problemi monetari. Tutti i flussi finanziari all’interno o fuori dagli Stati Uniti, sono interconnessi e i tentativi di influenzarne una parte avranno conseguenze per gli altri.

Graziella Giangiulio