
Pechino ha preparato un piano quinquennale di investimenti nelle infrastrutture di trasporto secondo il miele gli investimenti saranno concentrati nelle autostrade, ferrovie ad alta velocità e aeroporti dopo i record già visti nel 2022.
L’iniziativa rischia di aumentare la dipendenza delle economie locali, malconce e piene di debiti, dalle infrastrutture per la crescita, mentre le vendite di terreni e il settore immobiliare in genere, in precedenza fonte cruciale di reddito, rimangono in crisi.
Il piano prevede l’espansione delle superstrade di competenza del governo centrale fino a 130.000 chilometri entro l’ultimo anno, il 2027, con un aumento dell’11% rispetto alla fine del 2021, aggiungendosi a quella che è già la più grande rete autostradale al mondo.
Una nuova autostrada è stata inaugurata quest’anno nella città di Wenzhou, nella provincia di Zhejiang. La rete ferroviaria ad alta velocità cinese, gestita in regime di monopolio dal gruppo statale China State Railway Group, alla fine del 2022 si estendeva per 42.000 km, la più lunga al mondo. Il piano quinquennale prevede un’ulteriore espansione del 26% fino a 53.000 km nel 2027. Verranno costruiti anche altri aeroporti, portando il totale a circa 280 strutture dalle 254 censite alla fine dello scorso anno.
Questo piano integra la parte centrale di un pretendete piano a lungo termine pubblicato nel 2021 che si estende fino al 2035. Negli ultimi tre anni, le autostrade gestite a livello centrale sono cresciute a un ritmo annuale compreso tra il 3% e il 4%, l’alta velocità ferroviaria tra il 5% e il 21% e gli aeroporti tra l’1% e il 3%.
Gli investimenti nazionali in immobilizzazioni per i trasporti hanno raggiunto la cifra di 3.800 miliardi di yuan nel 2022 e sono destinati a rimanere elevati anche quest’anno nell’ambito del recente piano quinquennale.
La gestione di queste infrastrutture però si è rivelata più impegnativa.
Le strade a pedaggio cinesi nel loro complesso sono in rosso, con il rimborso del debito e i costi di manutenzione che superano i ricavi dei pedaggi. Il debito legato alle superstrade ammontava a 7,49 trilioni di yuan alla fine del 2021. Sul versante ferroviario, China Railway, che perde denaro su molte delle sue tratte, aveva un debito di 6,11 trilioni di yuan alla fine del 2022.
Il totale delle passività di entrambi i settori ammonta a 13,6 trilioni di yuan, pari all’11% del prodotto interno lordo dello scorso anno.
Anche molti aeroporti regionali cinesi non sono redditizi, a parte quelli vicini ai grandi centri urbani come Shanghai. Secondo i media locali, circa il 70-80% degli aeroporti di piccole e medie dimensioni sono stati in rosso nel 2018 e nel 2019. Sebbene la domanda di viaggi sia in ripresa quest’anno con l’abolizione delle restrizioni covid, non è chiaro se queste strutture possano iniziare a generare profitti.
L’anno scorso è stato aperto un nuovo aeroporto a Jalaid Banner, una divisione della Mongolia interna con una popolazione di circa 320.000 abitanti. Ma è limitato ai piccoli aerei che viaggiano da e verso le città vicine, il che significa che non viene utilizzato molto.
Antonio Albanese