I nuovi prestiti bancari in Cina hanno raggiunto la cifra record di 4,9 trilioni di yuan a gennaio, secondo gli ultimi dati di Pechino. L’aumento era previsto, dato che la People’s Bank of China vuole rilanciare la seconda economia mondiale dopo che due mesi fa sono stati aboliti i rigidi controlli di Covid, ma il dato del 13 febbraio è stato superiore alle attese.
Una forte ripresa della domanda di credito sarà essenziale per il rilancio dell’economia quest’anno, dopo che i duri controlli sulle pandemie e la crisi del settore immobiliare hanno trascinato la crescita della Cina al 3% nel 2022, uno dei tassi peggiori in quasi mezzo secolo.
I nuovi prestiti di gennaio hanno più che triplicato il dato di dicembre e superato le aspettative: era previsto che i nuovi prestiti in yuan sarebbero balzati a 4.000 miliardi di yuan a gennaio, rispetto ai 1.400 miliardi di yuan di dicembre e al di sopra del precedente record mensile di 3.98.000 miliardi di yuan del gennaio 2022.
Le banche cinesi tendono a emettere più prestiti all’inizio dell’anno per acquisire clienti di qualità superiore e conquistare quote di mercato, ma l’entità dell’aumento ha alimentato la speranza che la fiducia delle imprese e dei consumatori stia migliorando rapidamente dopo l’improvvisa revoca delle restrizioni anti-Covid a dicembre.
Nel complesso, si tratta di un rapporto positivo sul credito, che probabilmente aiuterà l’economia a rimbalzare in modo significativo nel primo trimestre del 2023. La prossima attenzione dei mercati sarà rivolta alle vendite di immobili, che sono altamente correlate al credito bancario.
Il miglioramento delle condizioni del credito, insieme a una robusta spesa per le infrastrutture e a misure politiche di sostegno, potrebbe rilanciare la crescita economica cinese a circa il 5% quest’anno, anche in un contesto globale più debole.
Altri dati pubblicati in precedenza hanno mostrato che i prezzi delle fabbriche cinesi di gennaio sono scesi più del previsto, suggerendo che i produttori non stanno ancora lavorando a pieno ritmo anche dopo la fine della politica dello zero-Covid, mentre un’associazione dell’industria automobilistica ha dichiarato che le vendite di veicoli sono crollate del 35% rispetto all’anno precedente.
I prestiti alle famiglie, soprattutto mutui, sono saliti a gennaio a 257,2 miliardi di yuan dai 175,3 miliardi di yuan di dicembre, mentre i prestiti alle imprese sono saliti a 4,68 trilioni di yuan da 1,26 trilioni di yuan.
La divergenza tra prestiti alle imprese e alle famiglie ha sottolineato una ripresa più rapida del credito alle imprese, mentre l’elevato tasso di disoccupazione ha pesato sulla fiducia delle famiglie.
I nuovi depositi delle famiglie cinesi sono saliti a 6,2 trilioni di yuan a gennaio da 2,88 trilioni di yuan a dicembre. Gli analisti stanno osservando da vicino questo dato, alla ricerca di segnali che indichino che i consumatori, sconvolti, stanno tornando a spendere dopo un anno di chiusure e di perdita di posti di lavoro.
La banca centrale ha promesso di rendere la sua politica “precisa e incisiva” quest’anno per sostenere l’economia, mantenendo la liquidità ragionevolmente ampia e riducendo i costi di finanziamento per le imprese.
Ci si aspetta inoltre che la banca centrale tagli il tasso di riferimento per i prestiti – il loan prime rate (LPR) a un anno – di altri 5 punti base (bps) nel primo trimestre e che offra misure di sostegno più mirate per i settori più in difficoltà.
La crescita su base annua del finanziamento sociale totale in essere, un’ampia misura del credito e della liquidità nell’economia, è scesa al 9,4% a gennaio – il ritmo più lento dal gennaio 2017 – dal 9,6% di dicembre.
Il finanziamento sociale totale include forme di finanziamento fuori bilancio che esistono al di fuori del sistema di prestito bancario convenzionale, come le offerte pubbliche iniziali, i prestiti da società fiduciarie e le vendite di obbligazioni.
A gennaio, il finanziamento sociale totale è salito a 5,98 trilioni di yuan dai 1,31 trilioni di yuan di dicembre.
Lucia Giannini