
Tsmc, uno dei principali fornitori di Apple, ha previsto un crollo del 16% delle vendite per il secondo trimestre 2023, poiché i consumatori sono alle prese con un eccesso di scorte, mentre l’indebolimento dell’economia globale offusca le prospettive della domanda.
Il più grande produttore di chip a contratto del mondo, Taiwan Semiconductor Manufacturing, ha dichiarato che i livelli delle scorte del settore sono attualmente più alti del previsto e che “si riequilibreranno a un livello più sano” solo nel terzo trimestre, riporta Reuters.
«Nel secondo trimestre del 2023, ci aspettiamo che la nostra attività continui a subire l’impatto di un ulteriore adeguamento delle scorte da parte dei clienti», ha dichiarato il Chief Financial Officer Wendell Huang, dopo che Tsmc ha registrato la crescita più contenuta degli utili trimestrali in quasi quattro anni.
Tuttavia, nonostante l’attuale debolezza del mercato, Tsmc sta investendo per soddisfare la domanda a lungo termine, ha dichiarato l’amministratore delegato C.C. Wei.
Il produttore di chip prevede che la sua attività toccherà il fondo nel secondo trimestre per poi riprendersi, in linea con le migliori prospettive previste dal produttore di iPhone Apple, da Nvidia Corp e da Advanced Micro Devices Inc, alcuni dei maggiori clienti di Tsmc.
Per il 2023, Tsmc prevede che la crescita del mercato globale dei semiconduttori, escluse le memorie, diminuisca di una percentuale a una cifra media, anno su anno. Per quanto riguarda il mercato delle fonderie, Tsmc prevede un calo a una cifra percentuale elevata. Tsmc ha dichiarato che la sua attività sarà superiore a quella di entrambi i mercati.
La posizione dominante dell’azienda nella produzione di alcuni dei chip più avanzati per clienti di fascia alta come Apple l’ha messa al riparo da una più ampia flessione del settore.
Nel primo trimestre chiuso a marzo, l’azienda ha registrato a sorpresa un aumento dell’utile netto, pari al 2% rispetto all’anno precedente. Ma si è trattato comunque della crescita trimestrale più contenuta dalla metà del 2019, in quanto la crisi economica globale ha intaccato la domanda di chip, secondo i dati di Refinitiv.
L’utile netto si è attestato a 206,9 miliardi di dollari, contro i 202,7 miliardi di dollari dell’anno precedente, mentre le stime di consenso prevedevano un calo a 192,8 miliardi di dollari. Il fatturato è sceso del 4,8%, in linea con le previsioni.
I chip per il calcolo ad alte prestazioni e i chip per smartphone hanno rappresentato rispettivamente il 44% e il 34% del fatturato.
La Cina ha rappresentato il 15% del fatturato netto del primo trimestre di Tsmc, contro il 12% del trimestre precedente, mentre la quota del Nord America è scesa al 63% dal 69%.
Per il trimestre che si concluderà il 30 giugno, la società quotata in borsa di maggior valore in Asia prevede un fatturato di 15,2-16 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 18,16 miliardi di dollari dell’anno precedente.
Secondo Tsmc, il fatturato del primo semestre dovrebbe calare di circa il 10% in termini di dollari Usa rispetto all’anno precedente, mentre per il 2023 si prevede un calo del fatturato a una cifra medio-bassa.
Luigi Medici