CHIPWAR. TSMC apre secondo impianto in Giappone

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Il produttore taiwanese di chip TSMC ha in programma di spendere più di 7,4 miliardi di dollari, per costruire una seconda fabbrica di chip in Giappone.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Nikkan Kogyo, la fabbrica produrrà chip a 5 e 10 nanometri dalla seconda metà del decennio. La decisione di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, Tsmc, il più grande produttore di chip a contratto al mondo, potrebbe aiutare il Giappone a rilanciare la sua produzione avanzata di semiconduttori.

Il Giappone, che una volta produceva più della metà dei chip del mondo, ora ne fa solo circa un decimo. Tuttavia, è un importante fornitore di macchine utilizzate per realizzare semiconduttori all’avanguardia.

Tsmc ha ricordato, non confermando né smentendo, riporta AF, i commenti dell’Ad CC Wei durante l’ultima trimestrale sugli utili di gennaio, secondo cui la società stava valutando la possibilità di costruire un secondo impianto in Giappone.

Tsmc sta già costruendo una fonderia sull’isola di Kyushu in Giappone. Dovrebbe iniziare la produzione di chip a 12 e 16 nanometri a partire dal prossimo anno.

Il governo giapponese ha offerto a Tsmc un sussidio di 476 miliardi di yen per la sua prima fabbrica. Questo è circa la metà del costo previsto dell’impianto. Anche Sony Group Corp e il produttore di componenti per auto Denso Corp, che utilizzerà i chip prodotti in fabbrica, sono investitori nel progetto.

È probabile che il governo giapponese investirà miliardi di dollari in più nel suo sforzo per rilanciare le sue capacità di produzione di chip.

A novembre, il Giappone ha annunciato che effettuerà un investimento iniziale di 500 milioni di dollari in una nuova impresa di chip denominata Rapidus.

Le due fabbriche di Tsmc, il principale produttore mondiale di chip logici avanzati, contribuiranno anche ad alleviare le preoccupazioni sulla catena di approvvigionamento del Giappone, nel mezzo dell’intensificarsi della guerra dei chip tra Cina e Stati Uniti.

Il Giappone vuole garantire che le sue case automobilistiche e le sue società tecnologiche non rimangano a corto di chip poiché Washington limita l’accesso di Pechino alla tecnologia sensibile dei semiconduttori.

Vuole anche assicurarsi la fornitura di tecnologia avanzata dei chip necessaria per coltivare nuovi campi come l’intelligenza artificiale.

Il Giappone, insieme ai Paesi Bassi, ha già accettato di unirsi agli Stati Uniti per fermare le spedizioni di apparecchiature per la produzione di chip prodotte da società come Nikon Corp nel tentativo di impedire alla Cina di sviluppare chip avanzati che potrebbero essere utilizzati per migliorare la sua potenza militare.

Lucia Giannini

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