CHIPWAR. Ricerca libera sui chip o chiusura verso i cinesi negli States?

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Uno scienziato cinese che ha lavorato allo sviluppo della tecnologia fotonica per l’esercito statunitense sta ora guidando un’iniziativa di produzione di chip semiconduttori di terza generazione a Hong Kong, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza della ricerca statunitense.

Liao Yitao, ex ricercatore della Boston University, guiderà la nuova struttura che produrrà tecnologia di chip per semiconduttori avanzati a Hong Kong, operativa da quest’anno, riporta Nikkei. Prima di fondare l’azienda, Liao ha ricevuto una sovvenzione dall’U.S. Army Research Laboratory per sviluppare Led ad alta efficienza e potenza a ultravioletti profondi, Duv, per varie applicazioni di difesa, secondo la Jamestown Foundation.

Il precedente lavoro di Liao presso il Photonics Center della Boston University come ricercatore dal 2005, sviluppando una tecnologia ultravioletta brevettata a doppio uso, ha sottolineato le “complesse dinamiche di mobilità dei talenti, trasferimento tecnologico e sicurezza della ricerca”, ha affermato il rapporto.

“Le attuali lacune nella sicurezza della ricerca rappresentano una minaccia significativa per la sicurezza nazionale”, prosegue Nikkei, “Quanti progetti esistono tra l’esercito e il mondo accademico degli Stati Uniti che non hanno un’adeguata supervisione, dove gli scienziati stranieri possono accedere liberamente ai finanziamenti e sviluppare innovazioni che potrebbero in ultima analisi avvantaggiare gli avversari degli Stati Uniti?”. In passato, la Cina ha attratto esperti scientifici stranieri per i suoi settori high-tech attraverso iniziative come il programma Thousand Talents, che Washington ha descritto come una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

La società di Liao, chiamata Massachusetts Photonics Technology (Hong Kong), o MassPhoton HK, ha affermato di aver investito 200 milioni di dollari di Hong Kong e che svilupperà wafer epitassiali in nitruro di gallio da 8 pollici e tecnologie fondamentali per i semiconduttori di terza generazione.

La società ha sede a Shenzhen, ma creerà una struttura di ricerca e produzione a Hong Kong. I chip avanzati vengono utilizzati per alimentare veicoli a nuova energia, data center e altre tecnologie in settori ad alta tecnologia come comunicazioni satellitari, radar per autoveicoli e apparecchiature 5G.

Il sito Web dell’azienda ha anche notato che aveva costruito un laboratorio di tecnologia ottica presso la Boston University. Stando a Nikkei, il fondatore non farebbe più parte della società. 

I semiconduttori sono stati al centro della strategia di lunga data della Cina per posizionarsi come la principale superpotenza scientifica e tecnologica al mondo. Washington ha introdotto politiche per frenare l’ascesa tecnologica della Cina attraverso controlli sulle esportazioni e il Chips Act, una legislazione progettata per rafforzare la produzione statunitense di chip.

Le normative adottate dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti lo scorso ottobre limitano i cittadini statunitensi e i residenti permanenti dall’assistere allo sviluppo e alla produzione di chip avanzati in Cina. Washington ha accusato Pechino di furto di proprietà intellettuale e tecnologia in aree sensibili alla sicurezza nazionale, accuse che le autorità cinesi negano.

Gli Stati Uniti devono mantenere un equilibrio tra la promozione di un ambiente di lavoro aperto e inclusivo e la garanzia che le collaborazioni tra scienziati statunitensi e cinesi non compromettano la sicurezza nazionale, sopratutto in vista del prossime elezioni presidenziali che potrebbero minare le future collaborazioni scientifiche.

Una mossa politica restrittiva verso gli scienziati cinesi potrebbe spingerli a tornare in Cina, e con loro tutte le loro ricerche in settori delicati e strategici.

Lucia Giannini

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