CHIPWAR. L’UE vuole svincolarsi dai cinesi per i suoi chip

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L’Unione Europea non può diventare dipendente dalle terre rare provenienti dalla Cina come lo è stata dal petrolio e dal gas russo, ha dichiarato il 10 ottobre il presidente della Commissione Europea.

Intervenendo al Tallinn Digital Summit, Ursula von der Leyen ha detto che l’UE deve «evitare di cadere nella stessa dipendenza dalla Cina» per le materie prime scarse che ha avuto «con il petrolio e il gas della Russia», riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu.

Per questo motivo l’organo esecutivo dell’Ue sta lavorando alla cosiddetta Legge europea sulle materie prime critiche per diversificare le catene di approvvigionamento del blocco di litio e altri elementi di terre rare verso “partner fidati” e per creare riserve strategiche, ha spiegato von der Leyen.

Per le stesse ragioni, l’Unione Europea mira ad aumentare la propria quota di mercato globale dei semiconduttori al 20% entro il 2030 attraverso la legge europea sui chip.

La strategia, annunciata a febbraio scorso, dovrebbe mobilitare fino a 43 miliardi di euro pari a 41,7 miliardi di dollari, di investimenti pubblici e privati per lo sviluppo e la produzione di massa di chip di nuova generazione.

«I chip sono presenti in tutti i dispositivi digitali, dalle automobili ai telefoni alle apparecchiature mediche. Senza chip non esiste un’economia moderna», ha sottolineato il presidente dell’Ue , citando come esempio l’impatto delle sanzioni dell’Ue che vietano l’esportazione di semiconduttori in Russia.

«Le forze armate russe cannibalizzano lavatrici e frigoriferi nel tentativo di ottenere semiconduttori per il loro hardware militare», ha quindi osservato. Come ulteriore contrasto con la Cina, la von der Leyen ha sottolineato che l’Ue ha scelto di adottare un “approccio umano-centrico” nello sviluppo dell’industria high-tech.

In conseguenza di questa impostazione al centro del Gdpr, le norme sulla privacy dell’Ue hanno avuto un impatto sugli standard di protezione dei dati nella Silicon Valley, il polo tecnologico statunitense.

Lucia Giannini