Chi scappa da Pyongyang, cerca la libertà

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di Antonio Albanese COREA DEL SUD 08/11/2016. Nonostante la paralisi che sembra ave colpito le istituzioni sudcoreane per lo scandalo che sta travolgendo il presidente Park Geun-hye e che sta riempiendo le piazze del paese che chiedono la sua rimozione, sono usciti i dati ufficiali sul numero di defezionisti nordcoreani. l numero di nordcoreani che sono arrivati in Corea del Sud nel corso degli anni raggiungerà il marchio 30.000 di questo mese, il ministero di unificazione ha detto Domenica.

I dati del ministero del’Unificazione mostrano che vi è stato un picco del 21 per cento nel numero dei disertori che hanno raggiunto Seul quest’anno rispetto al 2015. Da gennaio a ottobre, 1154 persone sono fuggite nel Sud, riporta Yonhap. «A partire da fine ottobre, ci sono 29948 nordcoreani arrivati nel sud; la cifra di 30mila persone dovrebbe essere raggiunta tra il 15 e il 16 novembre, a questo ritmo», riporta Yonhap. Seoul ha dato vita ad un programma per il reinsediamento per aiutare i fuggitivi ad integrarsi nella società sudcoreana. Il nuovo piano mira a integrare i fuggitivi nella società del Sud, aiutarli a trovare posti di lavoro e assimilare i più giovani nel sistema educativo sudcoreano.
I dati ufficiali, inoltre, hanno dimostrato che il 2016 ha segnato il primo anno, da quando il leader nordcoreano Kim Jong-un ha preso nel 2011, in cui il numero di disertori è aumentato.

Nel 2011, arrivarono 2706 persone dalla Corea del Nord, numero sceso a 1.502 l’anno successivo, e rimasto invariato nel 2013, 1514, e calato a 1397 e 1276 nei due anni successivi. La caduta nel numero dei fuggitivi era stata attribuita ad un controllo delle frontiere più stretto lungo la frontiera tra Corea del Nord e Cina. Secondo Yonhap, l’aumento di quest’anno è derivato dall’incrementato regime terroristico interno e dalle severe sanzioni internazionali; inoltre, molti apparenti all’elìte della Corea del Nord stanno facendo nuove scelte per il futuro dei propri figli allontanandosi dall’oppressione politica. I sondaggi condotti dal ministero dell’Unificazione sudcoreano sui disertori mostrano simili motivazioni e meno persone in fuga a causa della carestia o di ragioni economiche.

Prima del 2001, il 66,7 per cento di coloro che hanno lasciato il paese ha detto che stava cercando di fuggire dalla fame, una percentuale diminuita fino al 57,9 per cento nel 2002-2005 e e poi sceso ad appena il 12,1 per cento dal 2014 al 2016.

Al contrario, quelli che motivano la fuga con la ricerca della libertà e il malcontento sulla politica della Corea del Nord raggiungono il 87,8 per cento nel periodo 2014-16; nel 2001 erano il 33,3 per cento prima del 2001 e 42,1 per cento nel periodo 2002-2005.