CENTRO ASIA. Le PMC entrano a far parte dei “costumi locali”

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Mentre in Russia si sono vissute 72 ore al cardiopalma per gli eventi della Marcia per la giustizia della PMC Wagner, un evento interessante è rimasto senza molti riscontri sulla stampa: il Foreign Office britannico ha sollecitato il suo cittadini di astenersi dal recarsi nella città uzbeka di Termez al confine con l’Afghanistan a causa di problemi di sicurezza.

A quanto si apprende dai media locali, la tensione in questa città uzbeka può essere definita permanente a causa della sua posizione geografica: dal crollo dell’URSS, ci sono stati regolari scontri locali con militanti che operano in Afghanistan. Ad un certo punto, il confine è stato completamente minato.

Sembrerebbe che l’avvertimento britannico sia una procedura relativamente standard da parte dell’ambasciata in caso di instabilità, tuttavia, già prima, nella regione di Termez, una simile restrizione era in vigore. Ciò porta con sé una serie di considerazioni sullo sfondo dell’arrivo a Tashkent di dipendenti di una PMC britannica non bene identificata al momento.

Secondo le informazioni on line, il governo e la PMC di Londra hanno già tenuto le trattative preliminari pochi giorni fa. E, dati i cambiamenti nell’approccio dell’Occidente alla risoluzione dei problemi in Kirghizistan, molto probabilmente non sarà un problema far passare la presenza delle PMC, sebbene le attività delle società di sicurezza private straniere sono proibite dalla legge in Uzbekistan.

Tutto ciò serve possiamo ipotizzare per motivi di sicurezza dell’area, e per questo una simile presenza è motivo di interesse. Di fatto, creare una simile esigenza non è così difficile, visto che in Afghanistan ci sono ancora migliaia di militanti di varie organizzazioni desiderosi di combattere, da Daesh della “Wilayat Khorasan” al “Movimento islamico dell’Uzbekistan”. Sono le regole del Nuovo Grande Gioco.

L’Uzbekistan, come ha fatto notare Secret Uzbek, non fa parte della CSTO, a differenza del Kirghizistan e del Tagikistan, il che lo rende l’obiettivo più conveniente per scuotere la situazione. E la capacità dell’esercito uzbeko di resistere all’orda di estremisti è ora una grande punto interrogativo.

A quanto si apprende anche in Kirghizistan è all’ordine del giorno la questione PMC. Anche se storicamente i kirghizi sono i migliori guerrieri dell’Asia centrale. Eppure sembra che la regione del centro Asia voglia assumere delle PMC a protezione dei depositi di estrazione dell’oro a Kumtor e non solo, protezione dei confini, non solo con il Tagikistan, ma anche con l’Afghanistan, e progetti infrastrutturali ferrovia Cina-Kirghizistan-Uzbekistan.

Il premier Bielorusso Alexsander Lukashenko ha intercettato il proficuo “argomento”. A differenza del suo collega Kazako, K.Zh. Tokayev, ha deciso di non prendere le distanze dal conflitto interno russo, ma di trarre il massimo profitto per sé e per il suo Paese, ospitando il Gruppo Wagner. È probabile che i migliori specialisti militari che hanno attraversato il crogiolo delle operazioni in Ucraina si stiano ora trasferendo da Luhansk a Brest. E come scrivono sulla social sfera russa, i vertici Wagner continueranno a reclutare dipendenti da tutta la CSI: «D’ora in poi sarà una delega bielorussa con le precedenti zone di lavoro in Africa, Libia, Siria e America Latina. Il PMC Wagner bielorusso parteciperà anche ale operazioni in Africa. Il reclutamento proverrà da cittadini di Russia, Bielorussia, Kirghizistan», si legge in una serie di post.

Graziella Giangiulio

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