
Il tam tam di notizie di un innalzamento della tensione tra Armenia e Azerbaijan sulla social sfera è cominciata alle 00:40 del 13 settembre. Ed è stato un susseguirsi di notizie di provocazioni da una parte e dall’altra fino al tentativo di dare vita a un cessate il fuoco che secondo il ministro per gli Esteri russo, Sergej Lavrov, è partito alle 10.00 del 13 settembre.
Purtroppo non durerà a lungo. Le posizioni geo-politiche dei due stati sulla regione del Nagorno Kharabah sono troppo distanti. L’Armenia si aspetta che il territorio diventi una regione autonoma con poteri speciali, l’Azerbaijan vuole annettere la regione punto. Almeno questo è quanto emerge dalle dichiarazioni di Pashinyan: «Le tattiche negoziali dell’Azerbaigian erano le seguenti: dammi quello che voglio, altrimenti lo otterrò con la guerra».
Questa divergenza ricorda molto, quello che è successo in Ucraina nel 2014 e che ha portato al 24 febbraio 2022 ad una operazione speciale russa in territorio ucraino. Ed ora l’escalation azera-armena si ri-apre proprio mentre la Russia è impegnata in Ucraina e l’Azerbaijan ha promesso più gas all’Europa..
L’Azerbaijan ha rilasciato delle dichiarazioni in merito a quanto accaduto nella notte tra il 12 e il 13 settembre a noi pervenute dall’Ambasciata azera in Italia: “Provocazioni su larga scala delle forze armate dell’Armenia contro l’Azerbaigian nella notte del 12 settembre in direzione dei distretti azerbaigiani di Dashkasan, Kalbajar e Lachin, sul confine di stato tra Azerbaigian e Armenia”.
Secondo le informazioni fornite dal ministero della Difesa della Repubblica dell’Azerbaigian, «gruppi di sabotaggio delle forze armate dell’Armenia, utilizzando i rilievi montuosi dell’area e le valli esistenti, hanno impiantato mine nelle aree comprese tra le posizioni delle unità dell’esercito dell’Azerbaigian e le strade di rifornimento in direzioni diverse. Inoltre, le forze armate dell’Armenia hanno sparato intensamente contro le postazioni dell’esercito azerbaigiano nei distretti di Dashkasan, Kalbajar e Lachin con diversi tipi di armi, compresi mortai. Di conseguenza, ci sono vittime tra il personale delle forze armate azerbaigiane e sono stati inflitti danni alle infrastrutture militari dell’Azerbaigian. […] A seguito di queste provocazioni gli azeri hanno fatto azioni di “ritorsioni”. Secondo il comunicato dell’Ambasciata in Italia dell’Azerbaijan: “le provocazioni delle forze armate dell’Armenia in direzione dei distretti azerbaigiani di Lachin, Gadabay, Dashkasan e Kalbajar sul confine di stato, e i casi di attacco alle postazioni dell’esercito azerbaigiano in quei distretti con vari tipi di armi, sono stati intensi e sistematici”. […] “indicando che l’Armenia si stava preparando per una provocazione militare su larga scala». E ancora si legge nel comunicato: «Dichiariamo ancora una volta che la leadership politico-militare dell’Armenia è interamente responsabile delle provocazioni, dello scontro e delle perdite», si afferma nella dichiarazione del ministero della Difesa dell’Azerbaigian.
Intensa anche l’attività di dialogo da parte delle autorità armene a seguito di quelle che hanno definito: provocazioni dell’Azerbaijan. In modo particolare, il difensore civico dell’Armenia Kristine Grigoryan sulla situazione al confine ha riferito che: «Per più di due ore Kapan, Goris, Jermuk, Vardenis e i villaggi circostanti sono stati pesantemente bombardati, questa è una flagrante violazione del regime di cessate il fuoco, che è stato preparato nei giorni scorsi dallo stato vicino».
Il ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan ha informato il vicesegretario di Stato americano per gli affari europei ed eurasiatici Karen Donfried, che ha preso forma a seguito dell’aggressione azerbaigiana contro il territorio sovrano dell’Armenia il 13 settembre. Il Dipartimento di Stato Usa chiede un cessate il fuoco immediato. «Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per le notizie di attacchi lungo il confine armeno-azero, comprese le notizie di attacchi su aree popolate e infrastrutture civili. Chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità», ha affermato Blinken in una nota.
Nikol Pashinyan ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron. Il primo Ministro dell’Armenia ha dichiarato che dalla mezzanotte l’Azerbaigijan ha iniziato azioni militari provocatorie e aggressive contro il territorio sovrano dell’Armenia in diverse direzioni del confine. Pashinyan ha espresso profonda preoccupazione per la situazione attuale e ha sottolineato l’importanza di una risposta adeguata da parte della comunità internazionale. Il presidente Macron ha ritenuto inaccettabile un’ulteriore escalation delle tensioni e ha sottolineato la necessità di disinnescare la situazione. La Francia in risposta ha convocato una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere dell’aggravamento al confine armeno-azero a darne notizia Palazzo dell’Eliseo.
Secondo gli armeni, le posizioni a Sotk, Vardenis, Goris, Kapan, Artanish e Ishkhanasar sono state prese di mira. Sono stati fatti attacchi anche alle infrastrutture civili. Alle 02:07 Nel villaggio di Khoznavar, Syunik Marz, si sentivano ancora i suoni degli spar. Lo ha riferito a 1Lurer l’ex capo della comunità Khoznavar Varo Grigoryan che ha dichiarato: «Il nemico sta sparando con varie armi, usando artiglieria, droni. Abbiamo anche visto droni nel cielo sopra il nostro villaggio. Al momento, i residenti sono in rifugi nascosti negli scantinati. Non una sola granata è caduta verso il nostro villaggio. Dicono di aver colpito Verishen, la casa è stata danneggiata, hanno battuto in direzione di Goris», ha chiosato. Alle 02:45 il comandante militare David Torosyan, dichiarava che la cadenza di fuoco è diminuita, ma in direzione di Vardenis e Sisian (in questa direzione si stanno specificando gli esatti insediamenti) c’è una sparatoria. Due ore dopo lo scoppio dei combattimenti nell’area, i voli sembrano essere stati cancellati almeno dalle rilevazioni di FlightRadar24. La Polizia armena nella notte a causa della situazione al confine è passata al servizio potenziato. Vengono adottate misure adeguate per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica. Alle 03.15 i social armeni hanno postato una mappa (vedi foto) in cui i puntini rossi indicano le direzioni in cui l’Azerbaigian ha compiuto attacchi nelle ultime ore.
Gli armeni respingono inoltre con forza il messaggio diffuso dal ministero della Difesa dell’Azerbaigian secondo cui unità dell’Esercito di Difesa dell’Artsakh hanno sparato su posizioni azere situate nei territori occupati della regione di Martuni della Repubblica dell’Artsakh: «È una bugia assoluta e non corrisponde alla realtà. La parte azerbaigiana, fedele al suo stile di lavoro, sta preparando un punto di informazione per le provocazioni nei confronti della Repubblica dell’Artsakh. Al momento (08:26 del 13 settembre), la situazione in prima linea è relativamente stabile». Fonte: Servizio stampa dell’esercito di difesa dell’Artsakh. E ancora Il ministero della Difesa armeno pubblica un filmato definito della repressione del tentativo di offensiva delle Forze Armate azere La mattina presto del 13 settembre. Secondo il ministero armeno le unità azerbaigiane hanno cercato contemporaneamente di garantire l’avanzamento di posizione in diverse direzioni del confine armeno-azero. Il video mostra uno di questi tentativi, durante il quale gli ucraini, attraversando il confine, si avvicina alle posizioni armene e poi, subendo delle perdite, è costretto a tornare nelle posizioni originarie.
Il ministero degli Esteri turco ha invitato l’Armenia a fermare immediatamente le provocazioni.
L’Armenia si è rivolta anche alla Russia per applicare il trattato di mutua assistenza, riferisce il servizio stampa del governo armeno. In connessione con l’appello della parte armena al Consiglio di Sicurezza Collettiva della CSTO per fornire assistenza alla Repubblica di Armenia, il Segretariato dell’Organizzazione, insieme al Quartier Generale della CSTO, ha organizzato il lavoro per attivare i meccanismi della CSTO per risolvere il situazione, ha affermato il segretariato della CSTO in un commento a causa di un forte aggravamento al confine armeno-azero.
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, rispondendo alla domanda di un corrispondente sul non intervento della Russia nello scontro armato sul territorio del Nagorno-Karabakh, ha osservato: «Dal punto di vista del diritto internazionale, il Nagorno-Karabakh e le regioni circostanti erano, sono parte integrante della Repubblica dell’Azerbaigian. Il Trattato CSTO prevede l’assistenza reciproca in caso di aggressione contro il territorio di un paese parte del presente Trattato. Nessuno ha invaso il territorio della Repubblica armena, e questo non ci ha dato alcun diritto a prendere parte direttamente a queste ostilità».
Il ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Artsakh «condanna fermamente le azioni aggressive scatenate dall’Azerbaigian contro la Repubblica di Armenia il 13 settembre, il bombardamento del territorio sovrano dell’Armenia e l’uso della forza. Queste azioni sono una vivida manifestazione dell’odio armeno e della politica genocida, una flagrante violazione del diritto e delle norme internazionali. Invitiamo la comunità internazionale a condannare le azioni aggressive dell’Azerbaigian nel modo più rigoroso, astenendosi da appelli e valutazioni amorfe e non indirizzate, e ad adottare misure adeguate contro l’aggressore. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie di tutte le vittime e auguriamo ai feriti una pronta guarigione».
Ed infine arriva la proposta di mediazione da parte iraniana, e forse questa mossa non se la aspettava nessuno: né Alyev, né Erdogan, tantomeno l’Occidente. Alle 08.10 del mattino l’Iran ha dichiarato ai media di essere pronto a fornire qualsiasi assistenza per risolvere il conflitto tra Armenia e Azerbaigian, dichiarazione del ministro per gli Esteri. Nikol Pashinyan ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Seyyed Ebrahim Raisi. Il quale ha detto: «I confini storici dell’Iran e dell’Armenia sono considerati la base della prosperità, del riavvicinamento e della sicurezza della regione».
Al Momento si contano 8 militari azeri morti, tre civili armeni e una decina di feriti. Donne e bambini vengono evacuati dal villaggio di Nerkin Ande nel Syunik Marz in Armenia. Lo ha annunciato il capo villaggio Khachatur Baghdasaryan. Alle 13:30 a Sotk, non c’è cessate il fuoco, l’Azerbaigian continua a sparare. Alle 14:00 nonostante la minore intensità, gli azeri continuano a tentare un cambio di posizione in direzione di Nerkin Andes, Vardenis, Verin Shorzha, Artanish e Sotk. Il numero delle vittime è 49, ma il numero esatto dei morti sarà aggiornato nei prossimi giorni.
Mente mandiamo in lavorazione l’articolo, l’Armenia ha avviato una riunione del Consiglio Permanente dell’OSCE in relazione alla situazione al confine con l’Azerbaigian, riferisce il ministero degli Esteri.
Anna Lotti