Le forze governative del Tagikistan hanno lanciato la più grande operazione militare in quasi due anni contro Tolib Ayombekov, leader dell’oppositore e “signore della guerra”, uccidendo 30 combattenti e perdendo almeno 12 soldati.
L’attacco, lanciato all’alba del 24 luglio, ha interessato la regione orientale del Paese, leale a Ayombekov, come rappresaglia per l’uccisione del capo dei servizi di sicurezza statale nell’area: il generale Abdullo Nazarov, a capo della struttura regionale del Comitato di Stato per la sicurezza nazionale (Gknb), era stato bastonato a morte dopo che la sua auto era stata bloccata da miliziani facenti capo a Ayonbekov, nella regione del Giorno-Badakhshan. Il Gorno-Badakhshan è una regione autonoma del Pamir di circa 250mila abitanti, Khorog, la capitale, si affaccia sul fiume Panj che separa la zona dall’Afghanistan, ed è situato a 500 km a sud est di Dushanbe.
Prima dell’operazione tutte le comunicazioni a Khorog, erano state interrotte e i cittadini erano stati invitati a stare a casa. Durante gli scontri, le forze governative hanno affermato di aver catturato un gruppo di afgani ritenuti dei combattenti talebani.
Il Gknb, erede del Kgb sovietico, ha fatto sapere in un comunicato ufficiale che il gruppo criminale che ha ucciso Nazarov era guidato da Ayombekov, ufficiale al comando del distaccamento delle guardie di frontiera di Ishkashim. Il gruppo di Ayombekov era coinvolto, secondo il Gknb, nel contrabbando di tabacco, pietre preziose e aveva commesso diverse rapine.
Il Tagikistan è uno Stato principalmente musulmano abitato da 7,5 milioni di persone; resta la più povera delle ex repubbliche sovietiche a 15 anni da una guerra civile (1992 – 1997) combattuta per motivi religiosi che ha visto vittoriosa l’opposizione presente con un 30 pere cento nelle istituzioni