BURKINA FASO. Più soldi alla Sahel Force per bloccare il terrorismo verso l’Occidente

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Il ministro degli Esteri del Burkina Faso ha affermato che la nuova forza antiterrorismo per la regione africana del Sahel ha bisogno di maggiori finanziamenti per operare al meglio.

La G5  Sahel Force è stata costituita per consentire al Burkina Faso, al Mali, al Niger, alla Mauritania e al Ciad di difendersi dai militanti islamici che operano nella regione, come Al-Qaeda nel Maghreb islamico e Boko Haram. La sua creazione è stata autorizzata dalla risoluzione Onu 2509, approvata da Francia e Stati Uniti dopo intense trattative.

La G5 Sahel Force, che coinvolge Niger, Burkina Faso, Ciad, Mali e Mauritania, vede il dispiegamento di un battaglione di 5.000 soldati operare nella regione, duramente colpita da instabilità politica e da attività illecite, tra cui il traffico di esseri umani, la vendita di armi e il contrabbando di droga.

Stando a quanto riporta VoA, Alpha Barry in Africa, la G5 Sahel Force ha ricevuto solo un quarto dei 423 milioni di euro stimati, pari a 500 milioni di dollari, di cui ha bisogno per le operazioni annuali. «Finora abbiamo raccolto solo 108 milioni di euro. L’Unione europea ha donato 50 milioni di euro, la Francia, 8 milioni di euro e 10 milioni di euro ciascuno Mali, Burkina Faso, Niger, Mauritania e Ciad. Il divario attuale è importante», ha detto Barry. Barry poi ha detto che i 60 milioni di dollari in aiuti, promessi dagli Stati Uniti, andranno alle forze militari della regione, non alla del G5 Force.

I leader della regione puntano in particolare su una riunione del 14 dicembre prossimo a Bruxelles per convincere i donatori, in particolare i paesi del Golfo, ad impegnarsi a finanziare la G5 Sahel Force.

«Si tratta di un passo importante verso la chiusura del nostro bilancio. Chiediamo una forte mobilitazione degli Stati Uniti, in particolare. Se il terrorismo non sarà sconfitto nei nostri paesi, sarà una minaccia per il mondo», ha detto Barry.

Lucia Giannini