BULGARIA. Sofia avrebbe fatto guadagnare Mosca vendendo il suo petrolio

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Secondo un’indagine congiunta di Global Witness, la Russia ha guadagnato un ulteriore miliardo di euro dalla vendita di petrolio alla raffineria Lukoil Neftochim Burgas in Bulgaria, approfittando di un’esenzione al divieto dell’Ue sulle importazioni di petrolio russo.

Alla Bulgaria è stata concessa una deroga al divieto di importazione di petrolio russo fino alla fine del 2024 per dare tempo alla sua unica raffineria, di proprietà della russa Lukoil, di adeguare le proprie attrezzature per lavorare con petrolio non russo.

L’analisi ha mostrato che la raffineria ha importato oltre 4,95 milioni di tonnellate di petrolio greggio russo nei primi dieci mesi del 2023, inviando al Cremlino circa 1,13 miliardi di euro in entrate fiscali dirette. La ricerca CREA per il 2023 ha mostrato che la Bulgaria è il quarto maggiore acquirente di petrolio greggio russo trasportato via mare, dopo India, Cina e Turchia.

Nel frattempo, alla Bulgaria era consentito vendere all’Ucraina solo il carburante prodotto dal petrolio greggio russo, riporta BneIntelliNews.

L’analisi ha mostrato che la raffineria ha utilizzato la deroga per acquistare più petrolio greggio russo, aumentando la sua quota al 93% nei primi dieci mesi del 2023 dal 70% delle sue importazioni totali prima dell’inizio della guerra russa in Ucraina.

Ha osservato che la raffineria ha esportato grandi quantità di prodotti raffinati: secondo le stime dell’analisi Crea, le sole esportazioni via mare di prodotti petroliferi raffinati valevano 984 milioni di euro nei primi 10 mesi del 2023.

Secondo l’esenzione della Bulgaria, le esportazioni di prodotti raffinati derivati dal petrolio greggio russo non sono consentite. Tuttavia, la raffineria è autorizzata ad esportare combustibili verso paesi extra-UE quando “i prodotti non possono essere immagazzinati in Bulgaria a causa di rischi ambientali e di sicurezza”, vale a dire quando la raffineria produce più di quanto può essere immagazzinato o consumato a livello nazionale.

Il rapporto suggerisce che quella che sembra essere una chiara violazione dei termini dell’esenzione dalle sanzioni della Bulgaria è complicata da un principio chiamato bilancio di massa, in base al quale la Bulgaria può esportare nell’Ue fino alla stessa quantità di prodotti raffinati pari alla quantità totale di prodotti non petroliferi. Petrolio russo importato nel corso di un anno.

La Bulgaria ha deciso in ottobre di porre fine alla sua deroga due mesi prima, nell’ottobre del prossimo anno.

Luigi Medici 

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