Da Ufa parte il nuovo ordine mondiale

278

GERMANIA – Amburgo 16/07/2015. Gli Stati Uniti e l’Europa stanno agendo in maniera miope, spingendo la Russia a rivolgersi verso i paesi in rapido sviluppo, e apuntare su Brics e Sco, riporta una analisi si Theo von Sommers apparsa il 14 luglio sul settimanale tedesco Die Zeit.

La collaborazione tra la Russia e la Cina unite ai principali paesi in via di sviluppo potrebbe portare alla creazione di un nuovo ordine mondiale in cui non ci sarà posto per gli attuali dominanti, Stati Uniti e Europa, afferma il giornale. Per Die Zeit, il vertice Brics e Sco di Ufa segna l’inizio di questo processo di spostamento del baricentro geopolitico mondale. «Brics: era inizialmente solo una sigla, inventata nel 2001 dall’economista della Goldman Sachs, Jim O’Neill. Erano le iniziali di Brasile, Russia, India, Cina e (dal 2010) e di Sudafrica – cinque paesi emergenti che hanno conosciuto un rapido sviluppo a partire dall’inizio del millennio e oggi hanno il 42 per cento della popolazione mondiale il 27 per cento del prodotto lordo mondiale e il 17 per cento del commercio mondiale. Dal 2006, stanno cercando di unire il loro peso politico per respingere l’influenza occidentale sull’ordine economico internazionale uscito dalla Seconda guerra mondiale e per rafforzare la propria influenza. Dovrebbero essere considerate potenze emergenti, per i mercati emergenti (…) Nella Shanghai Cooperation Organization, l’enfasi è posta più sul campo della politica di sicurezza. Si è sviluppato nella seconda metà declinai Novanta dai primi contatti sino-russi, nati per risolvere le controversie di confine venutesi a creare dopo il crollo dell’Unione sovietica in Asia centrale. I membri originali dell’associazione tra stati, ufficialmente fondata nel 2001, sono la Russia, la Cina, il Kazakistan, il Kirghizistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan. Al vertice Sco di Ufa, sono stati aggiunti India e Pakistan. Hanno lo status di osservatore Mongolia, Iran, Afghanistan e Bielorussia. L’organizzazione ha lo scopo di promuovere la cooperazione tra i paesi coinvolti in tutte le aree. Tuttavia, l’accento è posto sulla lotta contro il terrorismo, alla garanzia di pace e alla sicurezza nella regione, alla risoluzione dei conflitti. Così Cina e Russia hanno concluso nel 2010, la loro decennale controversia sui confini. Lo scopo dei vertici di Ufa era duplice: da un lato, aumentare la crescita e la competitività dei paesi Brics e limitare la gestione economica neo-liberista mondiale; in secondo luogo, creare un nuovo “ordine mondiale multipolare” che non sia soggetto ai dettami dell’Occidente. A tal fine, Unione Eurasiatica di Putin e la cinese “Via della seta cinese” sono legate». Il progetto Brics è spesso causa di sorrisi tra i paesi occidentali, continua l’analisi del periodico tedesco. L’economia russa è in crisi, la Cina sta vivendo la febbre del mercato azionario, mentre il Brasile non può far fronte con i propri problemi economici. L’andamento economico dei paesi Brics è estremamente eterogeneo: per esempio, l’economia cinese è 28 volte più grande di quella del Sud Africa. Inoltre, questi paesi non hanno un sistema unificato di valori. Tuttavia, tutto questo non vuol dire che l’Occidente non dovrebbe prendere sul serio l’emergere di un nuovo centro geopolitico potente. Secondo il giornale, «Tuttavia, l’Occidente non deve prendere alla leggera l’emergere di nuove potenze modello. Alla metà del secolo, i Brics staranno per superare economicamente i vecchi paesi industrializzati. Non si può continuare a dare loro la sensazione che non c’è posto per loro al tavolo alto della politica mondiale. È un fatto vero soprattutto per la loro quota della Banca Mondiale e nel Fondo Monetario Internazionale. È ridicolo che la nuova superpotenza economica abbia meno potere di voto del Belgio, perché il Congresso degli Stati Uniti si rifiuta di concederne di più alla Cina. Non c’è da stupirsi che Pechino abbia ora fondato la sua Banca per lo sviluppo internazionale. Dimostra che se non sarà permesso ai Paesi emergenti di entrare nella suite executive della politica mondiale, creano il loro proprio sistema di ordine globale».