Brasile, Rousseff arranca

64

BRASILE – Brasilia. 29/07/13. Il presidente del Brasile, Dilma Rousseff difende le politiche del suo governo. I quotidiani brasiliani e argentini oggi riportano la notizia che il Presidente non ha intenzione di fare ulteriori tagli di spesa o una riduzione del numero dei ministeri, sostenendo che i benefici derivanti da tali misure per stimolare la crescita economica sarebbero minimi.

Rousseff ha detto in un’intervista a Folha de São Paulo, che sono state adottate tutte le misure possibili per contenere le spese di bilancio e che il taglio del numero dei ministeri potrebbe effettivamente ostacolare gli sforzi del governo per ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche.

Rousseff ha anche ribadito che il ministro delle Finanze Guido Mantega, che è stato criticato negli ultimi tempi, «rimarrà dove è sempre stato: presso il Ministero delle Finanze». 

I critici di Mantega hanno chiesto le sue dimissioni sostenendo che lui non è stato in grado di rispondere ai bisogni del Paese, i suoi provvedimenti non hanno aiutato la crescita così come ci si aspettava. 

Il Brasile è il Paese più grande dell’America Latina, ed è stato scosso da un’ondata di proteste di massa nel corso degli ultimi due mesi, per lo più giovani, infuriati per la corruzione del governo, l’uso improprio di denaro pubblico, l’alto costo della vita e la mancanza di posti di lavoro.

Le proteste continuano, anche se su scala ridotta, nonostante la visita di Papa Francesco.

Rousseff ha difeso le sue politiche, dicendo l’inflazione rimane sotto controllo, la disoccupazione è in calo.

«Stiamo ancora crescendo, nonostante la crisi economica mondiale», ha detto al giornale. Rousseff è in calo nei sondaggi che vedono in prospettiva un ritorno di Luiz Inácio Lula da Silva, mentore politico dell’attuale presidente.

La Rousseff non ha voluto dire se vi sarà o meno un rimpasto di governo. Nelle ultime settimane, tre noti sondaggisti brasiliani hanno dichiarato che il gradimento dei brasiliani per il governo attuale scende al 30%. 

Giù anche il gradimento del presidente sceso al 31%, stesso livello di chi non vuole ricandidarla. A giugno il suo gradimento era al 55% percento. L’indagine è stata effettuata da società di sondaggi Ibope.

Il sondaggio, commissionato da Confederazione Nazionale del Brasile di Industrie (CNI), ha anche mostrato che i cittadini sono sempre più preoccupati per lo stato dell’economia.

Secondo il sondaggio, i brasiliani mettono nella parte alta della classifica dei problemi da risolvere: combattere l’inflazione, miglioramenti nella sanità e la lotta alla criminalità.