Brasilia in piazza contro i politici indagati

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BRASILE – Brasilia. 07/09/13. Continuano le proteste in Brasile. La polizia militare è arrivata a stimare che 40.000 persone hanno partecipato alla manifestazione di sabato. Ma in seguito la stessa polizia ha corretto il dato al ribasso, dicendo che a sfilare per le piazze e le vie di Brasilia erano solo in 10.000.

La manifestazione si è animata dalla parata civile-militare, protesta sufficiente per far terminare la sfilata e a far scappare la presidente Dilma Rousseff che ha lasciato il podio a Esplanade.
I manifestanti hanno cominciato marciare pacificamente, accompagnati da molte famiglie e bambini. Le bandiere e striscioni portati dai manifestanti erano particolarmente critiche verso il Congresso.
Nonostante il divieto di oltrepassare un cordone formato da 70 poliziotti i manifestanti hanno dichiarato che avrebbero invaso il Congresso e che con loro c’erano i Black Bloc.

La polizia a quel punto ha utilizzato lo spray al peperoncino per disperdere la folla. A dare man forte ai manifestanti anche diverse ONG che si occupano di monitorare il bilancio pubblico. Le proteste infatti chiedevano da un lato di mandare a casa i senatori incriminati in primo grado, 3: «Renan, bastardo, esci dal Senato». Dall’altro le proteste erano contro gli aumenti del governo, a fronte di una elevatissima spesa pubblica. Tre tori sono stati portati durante la marcia per attirare l’attenzione della gente, ma poi sono stati rimossi dal centro della manifestazione. I membri della ONG Istituto di Vigilanza e di Controllo all’Esplanade sono arrivati su un mini bus di cartone battezzato Papuda Mobile, in riferimento al carcere del Distretto Federale. Verniciato nero, giallo e bianco, il mini bus mostra l’itinerario «Papuda, Congresso, Camera legislativa». La ONG Brasilia è specializzata nel monitoraggio della spesa pubblica. «Siamo qui perché l’ultimo atto vergognoso che il Consiglio ci ha presentato. Bloccare l’arresto dei politici sotto processo. Il nostro atto è una rappresentazione della realtà. Nella legislatura sono tre deputati condannati in primo grado nell’esercizio del mandato – ha detto Ykaro Sims, uno dei coordinatori della ONG».