Brasile a corto di petrolio

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Scende la produzione di petrolio nel bacino di Campos a largo di Rio de Janeiro e questo preoccupa Magda Chambriard il direttore dell’Agenzia National Oil Brasile (ANP). Chambriard ha detto che chiederà a Petrobras, la compagnia petrolifera di stato, di aumentare gli investimenti in 11 zone estrattive.

Petrobras ha tempo fino alla fine di questo mese per produrre nuovi piani di sviluppo per le 11 aree estrattive dopo aver ricevuto un avviso dalla ANP nel mese di luglio. I “campi del bacino di Campos”, sorti intorno alla fine degli anni ’60, rappresentano circa l’ottanta per cento della produzione di petrolio del Brasile, ma negli ultimi anni hanno visto un forte calo della produzione. La produzione del campo Roncador è diminuita del 27 per cento, il campo Marlim Sul del 65 per cento e il campo Caratinga del 76 per cento, secondo il quotidiano O Globo.

 

Chambriard ha dichiarato, venerdì scorso, che la sua agenzia vuole richiedere maggiori investimenti nei settori, al fine di invertire questa tendenza. «Il calo della produzione è preoccupante e richiede uno sforzo supplementare. […] Questi campi hanno un livello di produzione al di sotto di quello che noi pensiamo sia ragionevole». Campo Roncador ha una produzione massima di 460.000 barili di petrolio al giorno. Ha raggiunto 358 mila barili al giorno nel 2008, prima di scivolare a un livello di produzione attuale di 261 mila barili al giorno. Nel frattempo il consulente e ex direttore di esplorazione e produzione a Petrobras, Wagner Freire, ha fatto sapere che il calo della produzione presso il bacino di Campos suggerisce che la società Petrobras sta dando priorità agli investimenti dei giacimenti “pre -salati”, si tratta di giacimenti scoperti in Brasile nel 2006, governo Lula, il cui petrolio ha un peso specifico è di 0,088, molto elevato rispetto alla media brasiliana, i giacimenti sono in fondo al mare sotto uno spesso strato di sale. La resa di questi giacimenti è molto elevata ( il doppio di quella di Roncador) e quindi la compagnia petrolifera di stato non ha di certo intenzione di investire in zone dove il petrolio è meno “puro”.Ma per il direttore della ANP le ragioni di Petrobras non sono plausibili in quanto le ricerche sul petrolio “pre-sale”, sono finanziate dal “post-sale”. Inoltre si tratta sempre di rinunciare a delle entrate, fatto molto grave, visto che i prezzi del carburante sono in ascesa, il gasolio è sempre più costoso e le importazioni di benzina hanno fatto registrare la prima perdita economica trimestrale in oltre un decennio. Per Magda Chambriard in fondo si tratta solo di modificare negli impianti post-sale la lavorazione dell’olio grezzo.

Il fatto è che anche se azienda di stato Petrobras persegue fini di lucro, mentre l’Agenzia brasiliana per il petrolio segue gli interessi del Paese.