Il Brasile è molto sulle spine poiché, dopo le promesse fatte, la Cina deve ancora tornare ad acquistare la sua carne bovina. Il ministro brasiliano dell’Agricoltura e dell’allevamento Tereza Cristina ha inviato una lettera al capo dell’ufficio doganale di Pechino in cui esprime la sua disponibilità a discutere l’attuale divieto di esportazione di carne bovina brasiliana in Cina, secondo i media brasiliani del settore ripreso da MercoPress.
Le proposte di discussione sono un tentativo del Brasile di normalizzare il commercio dopo oltre un mese di divieto di esportazione a seguito di due casi atipici di “mucca pazza”, che erano stati immediatamente segnalati alle autorità cinesi e all’Ufficio di salute animale delle Nazioni Unite a Parigi, Oie.
Lo scoppio dei due casi è avvenuto il 4 settembre negli stati di Minas Gerais e Mato Grosso, e il Brasile a seguito di un protocollo sanitario concordato con la Cina, ha cessato volontariamente tutte le spedizioni di carne bovina verso il gigante asiatico.
Il protocollo prevede un ritorno alla normalità una volta che un’indagine sui casi di mucca pazza e le sue circostanze venga instradata, e i test clinici fatti dall’Oie in un paese terzo, in questo caso, il Canada. Tuttavia, una volta che la diagnosi dell’Oie li ha dichiarati come casi atipici senza rischio di contagio alle mandrie, il commercio di carne bovina è rimasto congelato e Pechino non acquista carne brasiliana.
Alla fine del mese scorso il Ministro Cristina ha detto che stava ancora aspettando un ritorno dell’interesse cinese e una risposta per un invito a una riunione tecnica. Pechino ha risposto che stavano ancora analizzando i rapporti sanitari dell’Oie.
Nel frattempo gli allevatori brasiliani sono inquieti perché senza la domanda della Cina, i prezzi del bestiame sono crollati e i macelli stanno anche premendo per impedire l’esportazione di bestiame vivo nei paesi vicini, ulteriore tentativo di abbassare i prezzi.
Graziella Giangiulio