BRASILE. navi da guerra di Teheran a Rio de Janiero

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Due navi da guerra iraniane sono state autorizzate ad attraccare a Rio de Janeiro durante lo scorso fine settimana, nonostante le pressioni degli Stati Uniti. Le navi da guerra Iris Makran e Iris Dena sono arrivate domenica mattina, ha dichiarato l’autorità portuale di Rio in un comunicato.

Il Brasile si era precedentemente piegato alle pressioni degli Stati Uniti e aveva respinto la richiesta dell’Iran di far attraccare le navi a Rio a fine gennaio, prima del viaggio del Presidente Luiz Inácio Lula Da Silva a Washington DC per un’udienza con il suo collega Joseph Biden, riporta MercoPress.

Tuttavia, dopo la fine del viaggio di Lula, le navi sono state autorizzate ad attraccare dal vice capo di Stato Maggiore della Marina brasiliana, il viceammiraglio Carlos Eduardo Horta Arentz. Le due navi resteranno a Rio fino al 4 marzo. Secondo i media locali, l’autorizzazione è stata concessa dopo il via libera del Palazzo Itamaraty, cioè il ministero degli Esteri brasiliano.

Durante una conferenza stampa del 15 febbraio, l’ambasciatore statunitense a Brasilia Elizabeth Bagley ha esortato il Brasile a non permettere l’attracco delle navi: «In passato, queste navi hanno facilitato il commercio illegale e le attività terroristiche, e sono state anche sanzionate dagli Stati Uniti. Il Brasile è una nazione sovrana, ma crediamo fermamente che queste navi non debbano attraccare da nessuna parte», ha sottolineato l’ambasciatore Bagley.

Il Makran può trasportare fino a cinque elicotteri e, secondo quanto riferito, è la più grande nave militare iraniana dal 2021, mentre il più piccolo Dena è dotato di siluri e missili da crociera antinave, riporta O Globo.

Durante le sue precedenti presidenze, Lula è stato vicino a Teheran. Nel 2010 ha incontrato l’allora presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad per mediare un accordo nucleare tra il Paese asiatico e gli Stati Uniti.

In questo scenario, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha confermato martedì che l’Iran ha arricchito l’uranio all’83,7% presso l’impianto di Fordow a gennaio, ben al di sopra del 60% concordato e a livelli appena inferiori a quelli necessari per costruire una bomba atomica.

«L’Iran ha informato l’agenzia delle Nazioni Unite che potrebbero essersi verificate fluttuazioni indesiderate nei livelli di arricchimento. Le discussioni per chiarire la questione sono in corso», si legge in un comunicato dell’AIEA.

Il portavoce dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica (AEOI), Behruz Kamalvandi, ha sostenuto che l’esistenza di queste particelle è comune durante il processo di arricchimento dell’uranio e ha sottolineato che «ciò che conta è il prodotto finale e l’Iran non ha mai intrapreso l’arricchimento a un livello superiore al 60%».

Tommaso Dal Passo

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