Brasile, sale l’inflazione, cala il lavoro

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BRASILE – Rio de Janeiro.12/11/13. Secondo l’IBGE diminuisce il numero dei posti di lavoro in Brasile. A settembre il lavoro è sceso dello 0,4%, rispetto al mese precedente, pari a un quinto tasso negativo consecutivo, che porta a un accumulo di perdita dell’1,7%.

I dati provengono dalla rilevazione mensile di occupazione e salari industriali (Pimes), rilasciato dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE). Rispetto a settembre 2012, l’occupazione industriale è scesa dell’1,4%. Con questa siamo alla ventiquattresima settimana consecutiva di risultati negativi. Secondo l’IBGE, 12 dei 14 siti presi in esame hanno contribuito alla caduta, ed il Nord-Est ha avuto la performance peggiore (-6,3%), pressato dai licenziamenti nel settore alimentare e delle bevande (-10,0%), calzature e pelletteria (-8,0%), abbigliamento (-4,5%), minerali non metalliferi (-6,4%), raffinazione di petrolio e di alcool di produzione (-11,6%), prodotti tessili ( -5,6%), industrie estrattive (-8,1%), prodotti in metallo (-5,7%) e della gomma e plastica (-4,0%).
Sul settore paghe, la ricerca mostra che nel mese di settembre, il valore era 1,6% in più rispetto al mese di agosto, recuperando parte della perdita del 2,3% osservato nel mese di agosto. L’influenza più grande è stato il settore estrattivo, con una crescita dell’8,5%.
Rispetto a settembre 2012, il settore paghe ha registrato una crescita del 2,5%, dopo alcun cambiamento nel punto di confronto tra agosto 2013 e agosto 2012. Come se non bastasse, sempre notizia di oggi, pessima performance dell’inflazione. Che colpisce fortemente la fetta di popolazione più povera. Il doppio rispetto al ceto medio. Secondo la Fondazione Getulio Vargas (FGV) a fronte di un incremento vistoso dei prezzi alimentari, l’indice dell’inflazione sale fino al 3,72% quest’anno e 4,97% negli ultimi 12 mesi. Già l’IPC-Br, che misura l’inflazione per le famiglie con un reddito mensile minimo, è salito dello 0,55% in ottobre e del 5,36% nei 12 mesi, superiore all’inflazione accertata per i consumatori reddito basso.
Oltre al cibo, l’alta CPI-C1, nel mese di ottobre, è stato influenzato dalla crescita del prezzo degli affitti residenziali, dal 0,68% al 0,83%; bomboletta di gas, dal 1,24% al 2,40%; prodotti da bagno e per la cura personale, dal 0,37% al 1,05%, luoghi di divertimento da -0,58% a 0,64%, alimenti per animali domestici, dal 0,18% al 1,52%; e la tariffa di telefonia mobile, da -0.23% a 1,16%.
Scendono invece i prezzi del settore calzaturiero, abbigliamento e del altre a lunga conservazione.