Rousseff conferma i tagli alle tariffe elettriche per migliorare la competitività

68

 

 

Il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha confermato i tagli radicali alle tariffe elettriche, affermando che questo è :«Un nuovo sforzo del governo per ridurre alcuni dei costi più alti che le imprese devono sostenere». A breve atteso annuncio taglio delle tasse.

Rousseff ha detto che i tagli potrebbero scendere del 28 per cento per quanto riguarda le imprese, mentre i consumatori residenziali vedrebbe diminuire le tariffe in media del 16,2 per cento. Questa manovra mira a far uscire il Brasile dalla stagnazione economica che va avanti da quasi un anno. Il Presidente ha detto che i tagli entreranno in vigore nei primi mesi del 2013, ma non spiegato nel dettaglio come il governo intende procedere con il taglio delle tariffe. I funzionari hanno detto che la sua amministrazione ha intenzione di ridurre le tasse federali alle società elettriche. Rousseff, economista esperto, ha varato una dozzina di misure tra sgravi fiscali e prestiti agevolati come stimolo per la ripresa economica. Tuttavia, la crescita continua a deludere e secondo gli esperti quello che ancora manca è un intervento di tipo strutturale.

Gli imprenditori brasiliani si trovano alle prese con una combinazione micidiale: di alte tasse, strozzature infrastrutturali e ancora il fatto che il Brasile sia uno dei paesi più costosi per fare affari in tutto il mondo.Tra le misure importanti prese da Rousseff in agosto va ricordata la manovra da 66 miliardi dollari in concessioni stradali e ferroviari, nella speranza di rafforzare gli investimenti privati ​​e di accelerare il trasporto di cereali e minerali. Per le prossime settimane è invece atteso il taglio sulle tasse per le industrie, la semplificazione delle tasse federali e un nuovo round di multi-miliardario in concessioni per la costruzione di aeroporti e porti. Il taglio alle tariffe elettriche potrebbero aiutare il governo a controllare l’inflazione. Il costo medio di energia elettrica in Brasile è di $ 180 per megawattora è superato solo da Italia e Slovacchia, la Fondazione Getulio Vargas, a rivelarlo un think tank privato, in uno studio 2011 sulla base dei dati forniti dall’Agenzia internazionale per l’energia.