Tempi bui per l’economia brasiliana

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BRASILE – Brasilia 09/07/2015. Circa il 60 per cento delle imprese del settore manifatturiero brasiliano hanno attuato una serie di iniziative in questi ultimi mesi per ridurre la produzione, tra cui licenziamenti, prepensionamenti o cassa integrazione.

Lo studio della Confederação Nacional da Indústria (Cni), pubblicato l’8 luglio riporta che i maggiori cali occupazionali si sono verificati nel settore automotive, in cui il 78 per cento delle aziende ha licenziato i dipendenti o ha temporaneamente ridotto le loro ore di lavoro; in altre aree connesse ai trasporti, come l’aviazione e la cantieristica, il 73 per cento
delle aziende ha adottato questo tipo di misure, si legge nello studio della Cni. Almeno il 36 per cento delle imprese manifatturiere stanno progettando nuovi licenziamenti nei prossimi mesi e il 17 per cento presenteranno ai loro lavoratori una serie di piani per una riduzione dell’orario di lavoro. Lo studio si basa su un sondaggio effettuato su 2.307 aziende: 544 grandi aziende, 835 piccole e medie imprese e 928 piccole imprese; realizzate nella prima metà di aprile2015. Una simile quantità di misure sono una conseguenza della fragile situazione economica del paese, dell’alta inflazione e del calo del potere d’acquisto dei consumatori, si afferma nello studio. Il mercato interno del Brasile sta vivendo con misure di austerità varate dopo che i governi federali, statali e locali, nel 2014, anno accumulato un deficit primario di bilancio pari a circa 12,5 miliardi di dollari. Sia gli enti stasasti che quelli privati ritengono che l’economia del Brasile si ridurrà di almeno il 1,2 per cento quest’anno, e che le difficoltà economiche del paese si sono già riflesse nel tasso di disoccupazione, salito al 6,7 per cento a maggio 2015, dopo il quinto aumento mensile dell’indicatore.