Siria. Brahini passa la mano

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ONU – New York. 4/5/13. Lakhdar Brahimi, inviato di Onu e Lega araba per la Siria, ha informato i vertici delle Nazioni Unite che intende dimettersi nelle prossime settimane. Si tratta del nuovo fallimento diplomatico dell’Onu per porre fine a una sanguinosa guerra civile che ha lasciato sul campo più di 70mila morti, secondo le stime Onu.

La decisione di Brahimi avviene nel momento in cui gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno valutando una risposta adeguata in seguito ai nuovi rapporti di intelligence che indicano l’uso di armi chimiche in Siria. In questi giorni, Ake Sellstrom, appena nominato ispettore delle armi chimiche delle Nazioni Unite, è arrivato a Washington per le riunioni previste nel programma siriano

Gli Stati Uniti hanno cercato di convincere Brahimi a rimandare la sua decisione solo dopo l’incontro moscovita del segretario di Stato John F. Kerry previsto per il 7 – 8 Maggio che avranno al centro la Siria.

Il Dipartimento di Stato non ha voluto confermare le dimissioni. L’amministrazione Obama spera ancora che Brahimi possa rimanere, nonostante Martin Nesirky, portavoce principale per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon abbia confermato le dimissioni di Brahimi. Secondo fonti Onu, Brahimi potrebbe ritardare l’annuncio formale per consentire alle Nazioni Unite di «prendere accordi per la transizione».

Il segretario generale delle Nazioni Unite, nel frattempo, ha discusso con i cinque grandi Onu (Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti) sul futuro degli sforzi diplomatici Onu successivi alle dimissioni di Brahimi.

Brahimi, esperto diplomatico nella risoluzione di spinose questioni delle Nazioni Unite che ha condotto, ad esempio, i principali tentativi di pace dall’Afghanistan all’Iraq, ha espresso la sua crescente disperazione sulle diminuite prospettive di una transizione politica in Siria: «Sono personalmente, profondamente dispiaciuto che i miei sforzi abbiano prodotto così poco», ha detto al Consiglio di Sicurezzanel mese di aprile. «Mi scuso con il popolo siriano per avere, alla fine, fatto così poco per loro nel corso di questi ultimi otto mesi, e per voi, in questo Consiglio, per aver avuto solo notizie tristi di riferire a voi» ha detto in quell’occasione. 

La frustrazione di Brahimi è aumentata nelle ultime settimane, doppi la decisione del 6 marzo della Lega Araba di autorizzare la Coalizione nazionale siriana, il principale gruppo di opposizione, per rappresentare la Siria nella Lega araba. La risoluzione, ha spiegato Brahimi, al Consiglio di Sicurezza, costituisce un riconoscimento con il quale «non è necessario nessun dialogo o negoziato».