BOSNIA e ERZEGOVINA. Europol annuncia: instaurata una cooperazione

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La Bosnia ed Erzegovina, BiH, è un passo avanti verso la piena cooperazione con EUROPOL: ha firmato il protocollo per la cooperazione con l’Europol, dopo anni di ostruzionismo per motivi interni. Questa notizia riportata in primo piano, non solo dai media bosniaci, dato che tutti gli altri paesi dei Balcani già collaborano, arriva in un momento molto delicato vista la situazione nella RS, l’entità Republika Srpska all’interno della BiH, con le controverse decisioni del suo Presidente Milorad Dodik su due leggi in particolare, quella sulle proprietà dei beni immobili della RS e la legge che re-criminalizza la diffamazione, vista come una seria limitazione alla libertà di stampa. L’ufficio di Sarajevo per la cooperazione con Europol dovrebbe diventare operativo a maggio e l’UE fornirà le necessarie attrezzature informatiche.

Dopo sei anni di ostruzionismo, la BiH stabilirà finalmente una cooperazione con Europol, l’agenzia di polizia dell’UE operativa dal 1999, e il protocollo che consente questa cooperazione è stato firmato a Sarajevo dal ministro della sicurezza della BiH Nenad Nešić e dal capo della delegazione dell’UE in quel paese, Johann Sattler. La BiH instaura una cooperazione con Europol solo in questo momento, poiché a causa dei conflitti politici interni in Bosnia-Erzegovina, dal 2016, dopo aver firmato un accordo di cooperazione con Europol, i leader politici non sono stati in grado di concordare per anni chi rappresenterà il paese presso questa agenzia di polizia europea. Inoltre, le autorità della Republika Srpska hanno rifiutato di far si che il punto di contatto si trovasse nella sede del governo statale a Sarajevo, cioè presso la Direzione per il coordinamento dei corpi di polizia, dove si trova anche l’ufficio di contatto per la cooperazione con l’Interpol. Di conseguenza, la Bosnia-Erzegovina è stato l’unico paese dei Balcani che finora non ha collaborato con Europol. Solo quest’anno, alla fine, è stato raggiunto un compromesso, secondo il quale l’ufficio sarà presso il Ministero della Sicurezza, e il primo rappresentante della BiH all’Europol all’Aia sarà del Ministero degli Affari Interni della RS.

Le dichiarazioni per il traguardo raggiunto non si sono fatte attendere, ad iniziare dallo stesso Sattler, il quale ha affermato, alla vigilia della firma del protocollo di attuazione, a cui rappresentanti di ben 17 agenzie di polizia e MUP (Ministero degli interni), altrettanti come in Bosnia-Erzegovina, hanno dovuto dare il proprio consenso, che «sei anni fa, nessuno immaginava quanto sarebbe stato un grosso problema attuare l’accordo di cooperazione firmato». Sattler ha proseguito sostenendo che ciò dovrebbe aiutare in modo significativo la lotta della BiH contro la criminalità organizzata e la corruzione, oltre ad essere un prerequisito essenziale per i progressi nel percorso verso l’adesione all’UE e parte delle priorità che la Commissione europea ha definito per quel paese nel 2019. Inoltre, Sattler ha aggiunto che «la criminalità non si ferma alle frontiere e la cooperazione transfrontaliera nell’applicazione della legge è fondamentale per la sicurezza e la protezione dei cittadini in tutta Europa», dicendosi lieto che la BiH abbia compiuto un passo avanti verso la piena cooperazione con EUROPOL, anche e soprattutto in qualità di Paese candidato all’adesione all’UE, la BiH dovrebbe mostrare risultati credibili nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. Sempre sulla strada verso l’UE l’ambasciatore ha espresso il pensiero che «attuando pienamente l’accordo di cooperazione con EUROPOL, e successivamente firmando l’accordo su EUROJUST e FRONTEX, la Bosnia-Erzegovina inizierà a utilizzare pienamente gli strumenti europei per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità, che sarà utile per i cittadini bosniaci, ma anche per essere un passo avanti verso l’UE».

Si è espresso anche il capo del dipartimento/unità per la strategia e le relazioni esterne di Europol, Patricia Silveira, che ha affermato di vedere la firma del protocollo di attuazione come una prova della disponibilità delle autorità della Bosnia-Erzegovina a cooperare, sottolineando in particolare che l’intera regione ha il compito di contribuire alla lotta comune contro le minacce alla sicurezza, poiché «gli sforzi congiunti nella lotta contro la criminalità organizzata sono ora più importanti che mai» e che si deve «lottare insieme contro le minacce criminali internazionali al fine di realizzare una società sicura e protetta per tutti i nostri cittadini. Pertanto, rimane una priorità assoluta per Europol rafforzare la cooperazione con tutti i paesi della regione». Alla cerimonia della firma organizzata dal Ministero della sicurezza della Bosnia-Erzegovina, oltre ai già citati Nešić, a capo di questo ministero, e l’ambasciatore Sattler, il rappresentante speciale dell’UE in BiH, ha visto la partecipazione proprio della stessa Silveira, ma anche i ministri dell’interno dell’ente e dei cantoni, i direttori delle forze dell’ordine a livello statale e il capo della polizia distrettuale di Brčko.

La BiH come annunciato, è l’unico paese dei Balcani occidentali senza un punto di contatto operativo per la cooperazione con EUROPOL. La piena operatività del punto di contatto consentirà la cooperazione diretta tra EUROPOL e tutte le agenzie di polizia in Bosnia-Erzegovina e il rinvio di un funzionario della BiH di collegamento presso EUROPOL a L’Aia in Olanda dove vi è la sede centrale, rappresenterà un grande passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo. La firma del regolamento sul lavoro del punto di contatto nazionale/congiunto per la cooperazione con EUROPOL rappresenta un passo importante verso il raggiungimento della piena cooperazione tra l’agenzia di contrasto dell’UE e le agenzie di contrasto in BiH. Inoltre, da sottolineare che ciò consentirà inoltre lo scambio di informazioni sui criminali attraverso il sistema SIENA (Secure Information Exchange Network) di EUROPOL, compresa la banca dati antiterrorismo SIENA.

Ovviamente anche il ministro Nešić, essendo direttamente coinvolto nella firma si è espresso analizzando che la BiH, «sebbene sia l’unico paese dei Balcani occidentali che non ha ancora stabilito una piena cooperazione con EUROPOL, attraverso il punto di contatto congiunto, attribuisce particolare importanza alla cooperazione internazionale di polizia, per l’interesse della sicurezza interna, e in particolare perché quest’area ha un ruolo chiave per l’adesione del nostro Paese all’UE. Siamo convinti che EUROPOL, in quanto centro di sostegno alle forze dell’ordine e hub per lo scambio di informazioni sulle attività criminali, renderà il nostro paese più sicuro e più vicino alla famiglia dei paesi europei».

L’UE, come anticipato, continua a fornire sostegno all’operatività del punto di contatto attraverso la ristrutturazione dei locali in cui sarà ubicato e la donazione delle attrezzature informatiche necessarie per il funzionamento del punto di contatto, che saranno fornite nell’ambito del progetto finanziato dai fondi IPA, lo strumento di assistenza preadesione. Il Ministero della Sicurezza si è impegnato a trasferire i server di SIENA, che consentiranno l’inizio dei lavori operativi del Punto di Contatto nel maggio 2023.

Infine, si può affermare che questa buona notizia fa da contrasto con quelle che giungono dalla RS, l’entità a maggioranza serba della BiH, dove oltre alle menzionate leggi, contestatissime sia internamente che all’estero, soprattutto dall’Europa da dove arrivano richieste affinché vengano ritirate in particolare quella sulla diffamazione e la modifica del Codice penale, destano preoccupazione ed allarmismo anche altre dichiarazione del Presidente Dodik che ha deciso di chiudere le relazioni con le Ambasciate di USA e UK, ed ha anche proposto di escludere dal sistema educativo dell’istruzione i rappresentanti della comunità LGBT, per preservare i valori.

Paolo Romano

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