BOLIVIA. Rischio sulla sovranità dei giacimenti di litio

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L’ambiziosa spinta della Bolivia a sfruttare le sue vaste riserve di litio ha sollevato allarmi sui rischi assunti dallo Stato negli accordi con aziende straniere.

I contratti con la russa Uranium One Group, UOG, e la cinese CBC promettono quasi 2 miliardi di dollari in investimenti combinati per costruire impianti avanzati di carbonato di litio vicino al Salar de Uyuni a Potosí. Tuttavia, gli esperti avvertono che i termini favoriscono fortemente gli investitori stranieri, lasciando alla Bolivia l’onere di assumersi rischi significativi, riporta BneIntellinews.

Secondo la Fundación Milenio, l’accordo con Uranium One è particolarmente preoccupante. L’azienda russa costruirà l’impianto di estrazione ma non avrà alcun obbligo di gestirlo a meno che non venga firmato un accordo separato.

Il progetto da 976 milioni di dollari è destinato a utilizzare la tecnologia russa Direct Lithium Extraction, DLE, consentendo la produzione di fino a 14.000 tonnellate di litio di grado batteria all’anno. Questo è un passo fondamentale nell’ambizione della Bolivia di industrializzare i suoi depositi di litio, che si stima siano i più grandi al mondo, con circa 23 milioni di tonnellate.

Inoltre, la Yacimientos de Litio Bolivianos, YLB, di proprietà statale della Bolivia, nonostante detenga una quota del 51% nell’impresa, deve rimborsare Uranium One per i costi di costruzione ed esplorazione. I critici temono che queste disposizioni possano indebolire il potere contrattuale e la sovranità del paese sulle sue risorse di litio.

“La domanda che ci si deve porre è cosa accadrà se UOG, per qualsiasi motivo, rifiuta di gestire l’impianto. YLB subentrerà nell’operazione? Cercherà un altro gestore di un impianto con tecnologia russa? E se non ne trova uno? Anche se tali estremi non si verificassero, la posizione negoziale di YLB verrebbe notevolmente danneggiata nei confronti della società russa con evidenti vantaggi nell’imporre le sue condizioni”, ha detto a El Diario il direttore della Fundacion Milenio Henry Oporto.

Il presidente di YLB, Omar Alarcón, ha difeso gli accordi, sottolineando che garantiscono sicurezza legale e controllo statale sulla commercializzazione del litio. Ha inoltre evidenziato i potenziali benefici economici dell’investimento da 2 miliardi di dollari. Tuttavia, i contratti attendono l’approvazione legislativa tra crescenti preoccupazioni sulla trasparenza e sulla praticità della tecnologia di estrazione diretta del litio non testata.

“Le royalty sono già stabilite nei contratti [con UOG e CBC], sono le royalty minerarie in questo momento. I contratti stabiliscono una legge applicabile; il che significa che, se in futuro dovesse cambiare o se venisse approvata una nuova legge, come in questo caso sono le royalty, il contratto prevede già queste modifiche”, ha affermato Alarcón in un’intervista televisiva.

La politica della Bolivia di basare la sua crescita economica sull’estrazione su scala industriale di litio, un metallo di importanza strategica necessario per costruire batterie per veicoli elettrici, è una scommessa audace. Tuttavia, gli accordi ad alto rischio della nazione con Russia e Cina lasciano il suo futuro di “oro bianco” su un terreno traballante.

Tommaso dal Passo 

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