Femminicidi boliviani

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BOLIVIA – Sucre 22/11/2014. La violenza sulle donne non è in aumento in Bolivia.

Lo ha annunciato il presidente Evo Morales il 21 novembre, attribuendo la crescita del numero di casi segnalati ad una maggiore disponibilità delle vittime a farsi avanti. Nella città amazzonica di Cobija, Morales ha incoraggiato le giovani donne a concentrarsi sugli studi in modo che possano crescere fino a essere economicamente indipendenti: «In questi giorni abbiamo sentito con grande preoccupazione molte paure di donne che temono di essere uccise, aggredite dai loro partner. Non è che la violenza domestica non esisteva prima. È sempre esistita. Ma ora chiedo alle donne di denunciare, di non nascondere le aggressioni. Vanno denunciate cosme sta accedendo adesso».
La Bolivia guida le nazioni latino-americane nella campagna contro la violenza sulle donne ed è seconda solo ad Haiti nell’emisfero occidentale in fatto di violenza sessuale, secondo i dati di Un Women. Morales ha parlato di donne che subiscono infedeltà dei mariti perché non possono permettersi di spezzare il matrimonio: «Perché se lei è dipendente economicamente dal marito, fisiche col rassegnarsi a sopportare tutto, anche l’aggressione fisica e psicologica, e le menzogne. Ma se questo compagno sa che la propria donna può avere una vita migliore da sola e che lei può separarsi facilmente, il marito riconoscerà che la moglie lo può lasciare in qualsiasi momento e ci sarà più il rispetto da parte del marito verso la moglie» ha detto il presidente boliviano. Morales, padre non sposato di due figli da due donne diverse, ha riconosciuto però di «non avere molta autorità morale per parlare di matrimonio», ma che fa male vedere «donne aggredite fisicamente, psicologicamente e persino uccise». L’anno scorso, il governo ha promulgato una legge contro la violenza domestica rendendo l’omicidio di una donna punibile con 30 anni di carcere, il massimo della pena ai sensi della legislazione boliviana. La Bolivia ha registrato 169 “femminicidi” finora quest’anno, ma i tribunali hanno emesso solo otto condanne per questo reato, riporta il Centro Women’s Information.