BLOCKCHAIN. La nuova Silicon Valley del Celeste Impero

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Le misure cinesi, volte a bloccare le criptomonete, non starebbero avendo effetti negativi sulla blockchain del Celeste Impero: Alibaba lo ha dimostrato arrivando in cima alle entità globali che depositano brevetti relativi alla blockchain. Alibaba è infatti arrivata al primo posto con 90 brevetti, battendo di poco Ibm con 89, e MasterCard con 80, come riportato da Ipr Daily, un’organizzazione specializzata in proprietà intellettuale.

Secondo un servizio Reuters all’inizio di quest’anno, il numero di nuovi brevetti blockchain depositati ha raggiunto il record di 406 nel 2017, contro i 134 del 2016, e il 56% di questi brevetti nel 2017 proveniva dalla Cina. Simili accelerate si sono avute nonostante il gigante tecnologico cinese Baidu si sia unito a Tencent e Alibaba per imporre nuove misure anticripto, in linea con la linea dura di Pechino sulle valute digitali. WeChat Pay e Alipay di Ant Financial hanno monitorato le piattaforme di monitoraggio delle transazioni in valuta criptata. 

Tuttavia, riporta poi Asia Times, con Pechino che cerca di sviluppare ulteriormente lo spazio tecnologico del paese, la blockchain è vista come un elemento assolutamente essenziale. Si tratta di un dato particolarmente vero nel sud della Cina, dove Pechino cerca di sviluppare un’area che colleghi Hong Kong, Macao, Shenzhen, Guangzhou e altre città sul delta dello Zhujiang che competa con la Silicon Valley.

La  filiale principale di Shenzhen della Banca popolare di Cina, la banca centrale cinese, ha ufficialmente avviato la fase di test del Bay Area Trade Finance Blockchain Platform Project. Il sistema condurrà attività commerciali e di finanziamento, compresi i crediti e i finanziamenti commerciali, fornendo al contempo un sistema di regolamentazione per consentire il monitoraggio in tempo reale delle varie attività finanziarie. Oltre alle applicazioni finanziarie, la blockchain può ora essere utilizzata per autenticare le prove in materia legale, secondo le linee guida emesse dalla Corte Suprema del Popolo.

Luigi Medici