Pavel Duvov, il trentatreenne miliardario russo, grande imprenditore e sviluppatore di software, ha iniziato le prevendite della sua moneta cripto, Gram, nel mese di gennaio con l’obiettivo di raccogliere 1,2 miliardi di dollari per lanciare una piattaforma “Telegram Open Network”, Ton.
Questa piattaforma, riporta Asia Times, intende creare una cena di blockchain “di terza generazione” su misura e all’avanguardia, in grado di offrire una serie di servizi interconnessi di pagamento, trading e storage. Il piano prevede che questi servizi monetizzino l’applicazione Telegram, creata da Duvov, e la sua rete in crescita, che attualmente conta circa 200 milioni di membri e oltre 70 miliardi di messaggi al giorno.
Ad aprile, un tribunale di Mosca ha proibito l’uso di Telegram in Russia, poiché è stato lo strumento comunicativo usato da «organizzazioni terroristiche internazionali in Russia» e per il fatto che Duviv si è rifiutato di consegnare le chiavi crittografiche al Fsb; la settimana scorsa, anche la magistratura di Teheran l’ha vietata, dicendo che «stava diffondendo menzogne per incitare l’opinione pubblica, proteste antigovernative e pornografia».
Secondo il Wall Street Journal, poi, la vendita pubblica del Gram è stata annullata. Telegram ha già ricevuto 1,7 miliardi di dollari da meno di 200 investitori privati. TechCrunch, infatti, aveva riportato che la vendita privata del Gram, che era solo su invito, solo in contanti, non accettate altre cripto, riservata solo ad investitori accreditati, richiedeva un investimento minimo di 20 milioni di dollari.
Il motivo dell’annullamento è che Duvov e il suo team, molto affiatato, abbiano già abbastanza fondi per realizzare i loro progetti, quindi non hanno bisogno di una raccolta fondi pubblica. Ma anche, e forse ancora più importante, restando privata, Telegram sarà anche in grado di proteggersi dalle crescenti pressioni normative globali che i governi di tutto il mondo si trovano ad affrontare con i lanci di monete cripto.
Ora si aspetta di vedere la nuova meraviglia del team Duvov.
Graziella Giangiulio