GIAPPONE – Tokio. 14/05/14. Il japantimes sostiene che il Giappone sta pensando di rendere la moneta virtuale illegale. Il motivo, secondo la testata nipponica, è che dietro queste transazioni potrebbero insinuarsi organizzazioni criminali per il riciclaggio e il traffico di droga.
Ma le posizioni sono contrastanti. Attualmente il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria si sono impegnati a tracciare, attraverso un apposito un piano, le transazioni illecite riguardanti la moneta digitale. Per fare il monitoraggio il ministero lavorerà con altri ministeri e agenzie, fra cui la Financial Services Agency e l’Agenzia nazionale di polizia. L’amministrazione del Primo Ministro Shinzo Abe, definisce il bitcoin non come una “moneta tradizionale”, ma un nuovo tipo di “file elettronico a valore aggiunto”, come se fosse, in altre parole, una carta di credito che registra delle transazioni di denaro elettronico. Il governo avverte che i consumatori sono responsabili per le negoziazioni di bitcoin, indicando che il governo non intende imporre norme più severe che potrebbero ostacolare gli sforzi per migliorare la qualità delle valute virtuali. Tokyo non vuole imporre le tasse sulle plusvalenze delle operazioni Bitcoin, anche se pensa di riscuotere una imposta di consumo sugli acquisti di moneta digitale, che potrebbe essere classificata come un nuovo veicolo di investimento. Il dibattito è nato in seguito al fallimento, alla fine di febbraio, di uno degli operatori più importanti al mondo di Bitcoin, Vaix, Mt. Gox con base a Tokyo. Il fatto ha intaccato la fiducia degli investitori nelle monete virtuali e ha accelerato la discussione su come regolamentarne l’utilizzo.
Mt. Vaix, che si pensa abbia avuto fino a un milione di operatori, ha detto che c’è stato un accesso illegale alla sua piattaforma e di conseguenza ha perso circa 11.400.000.000 Yen, valore di bitcoin , convertito al tasso di cambio del 25 febbraio. Nel mese di marzo, il Governo ha adottato una posizione formale sulle transazioni Bitcoin, inserendo la moneta digitale come un prodotto di mercato noncurrency come i metalli preziosi. In Giappone, al momento, non vi sono leggi che regolano la moneta virtuale. Ora il dibattito verte proprio sulla regolamentazione della moneta, questione posta sia dall’opposizione che da partiti di governo. Il Partito Liberal Democratico di Abe ha istituito una commissione speciale per discutere la questione. Il comitato ha apparentemente concluso che il paese dovrebbe fare uso della moneta virtuale per sostenere gli investimenti esteri e nel commercio a paese, nel tentativo di rinvigorire l’economia, piuttosto che rafforzare eccessivamente la sua sorveglianza per proteggere i consumatori.