BIELORUSSIA. Lukashenko cerca un successore nel figlio Viktor

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Alexander Lukashenko sta cercando di salvare la sua successione per garantire la continuità in caso di un colpo di stato, pianificando il trasferimento dei suoi poteri presidenziali a un rinnovato consiglio di sicurezza nazionale. Lukashenko ha detto il 1 maggio che cambierà la legge per rendere più facile consegnare più potere a un organismo statale che include suo figlio.

«Ditemi, se domani non ci fosse un presidente, garantireste che tutto andrà bene? No», ha durante una recente visita a Chernobyl: «Firmerò un decreto su come sarà impostato il potere in Bielorussia. Se il presidente viene ucciso, il giorno dopo il consiglio di sicurezza avrà il potere», ha detto Lukashenko, secondo Belta. Ufficialmente, lo stesso Lukashenko è il capo del consiglio di sicurezza nazionale, ma anche suo figlio Viktor ha un posto ed è considerato il leader informale del consiglio, anche se Lukashenko ha ripetutamente negato di voler creare una dinastia politica, riporta Dw.

Secondo la legge attuale, i poteri presidenziali sarebbero trasferiti al primo Ministro del paese. La carica è attualmente ricoperta dal meno noto lealista di Lukashenko Roman Golovchenko.

Va ricordato che la Bielorussia è scossa da grandi proteste dalla scorsa estate, quando gli esponenti dell’opposizione hanno accusato Lukashenko di aver truccato le elezioni a suo favore per avere un sesto mandato.

Stando all’Opposizione, gran parte in esilio, l’ultima mossa è solo un tentativo di impedire una possibile transizione democratica. Lukashenko ha ripetutamente affermato che le proteste sono state fomentate dall’Occidente, senza fornire prove per le sue affermazioni.

La settimana scorsa, la Russia ha arrestato due bielorussi accusato di voler organizzare un colpo di stato e uccidere Lukashenko, secondo il quale il complotto ha avuto l’appoggio degli Stati Uniti.

Il primo maggio, Lukashenko ha affermato che la Nato ha pianificato di inviare truppe in Bielorussia se il colpo di stato si fosse verificato: «Era un trampolino di lancio, l’ho sempre detto, per attaccare la Russia. Era il primo passo», ha detto il presidente bielorusso.

Anna Lotti