BIELORUSSIA. Gli S400 sono il nuovo pedone nella scacchiera Ucraina

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Dal 3 febbraio sono ufficialmente presenti sul suolo bielorusso i sistemi missilistici russi di difesa aerea S-400. Secondo la Tass, il ministero della Difesa russo ha dichiarato: «All’arrivo nei luoghi di adempimento dei loro compiti di addestramento, le squadre russe dei lanciatori di missili terra-aria S-400 andranno in allarme di combattimento della difesa aerea come parte del sistema integrato di difesa aerea Russia-Bielorussia».

Stando a Bne Intellinews, il potenziamento militare della capacità di difesa aerea in Bielorussia potrebbe essere l’inizio di un rafforzamento del sistema di difesa aerea regionale unificato dello stato russo-bielorusso, Urads.

Il ministero della Difesa russo aveva riferito a gennaio di aver trasferito in Bielorussia due battaglioni del sistema missilistico di difesa aerea S-400 Triumf dalle forze aeree e dall’esercito di difesa aerea del distretto militare orientale russo. I sistemi missilistici parteciperanno alle esercitazioni militari bielorusse e russe recentemente annunciate “Allied Resolve”, che si terranno durante questo mese.

Secondo quanto riferito, le esercitazioni si terranno nei «poligoni di addestramento Domanovsky, Gozhsky, Obuz-Lesnovsky, Brestsky e Osipovichsky e anche su alcune sezioni di terreno sul suolo bielorusso»; Inoltre, «anche i campi d’aviazione di Baranovichi, Luninets, Lida e Machulishchi saranno coinvolti nelle esercitazioni».

Le esercitazioni saranno condotte lungo i confini della Bielorussia con l’Ucraina, la Polonia e la Lituania e sembrano consistere principalmente in un grande rafforzamento delle forze di difesa aerea russe in Bielorussia.

Secondo fonti ufficiali bielorusse e russe, le esercitazioni dovrebbero mettere in atto un piano d’azione specifico per effettuare «la chiusura dei canali di fornitura di armi, munizioni e altri mezzi e anche la ricerca, il blocco e l’eliminazione di militanti armati fuorilegge e di gruppi nemici sovversivi e di ricognizione. L’esercitazione metterà anche in evidenza alcune questioni di risoluzione del post-conflitto».

Lo stazionamento delle truppe russe in Bielorussia è stato considerato come “un’invasione”, al di fuori dei confini di Minsk, e un modo per la Russia di assicurarsi il pieno controllo militare della Bielorussia. Questa constatazione si riferisce alla possibilità che la Russia voglia annettere la Bielorussia e liberarsi dell’attuale presidente Alexander Lukashenko con la forza, ma i fatti sembrano smentire una simile eventualità. Anche se Mosca vuole sicuramente controllare la Bielorussia, molto probabilmente non sta cercando un’annessione. Trascurando il malcontento politico e gli scontri con le forze bielorusse lealiste che ne deriverebbero, questo significherebbe una completa presa di controllo dell’economia bielorussa che è e resta fortemente indebitata. Molto probabilmente Mosca non è pronta per questa eventualità, e certamente non deve preoccuparsi, poiché il continuo isolamento internazionale del regime bielorusso lo rende comunque sempre più dipendente da Mosca.

In questa scia, potrebbe essere letta la situazione ucraina. Si può ipotizzare che la Russia non stia cercando una guerra con l’Ucraina, ma stia cercando di intimidirla per farle applicare gli accordi di Minsk. Minsk, inoltre, non ha certamente bisogno di una guerra con l’Ucraina, ma non ha problemi a spaventare un po’ l’Ucraina, dato che si adatta agli scopi politici interni di Minsk.

Minsk sta giocando la sua principale merce di scambio geopolitica con la Russia, che è l’importanza strategica geografica e militare della Bielorussia. E giocando questa carta, Minsk probabilmente spera di ricevere il tanto necessario sostegno politico ed economico da Mosca, senza il quale non va lontano, almeno per il resto di quest’anno.

Anna Lotti