BIELORUSSIA. Ecco come Mosca tiene in piedi il regime di Lukashenko

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La Russia sta tenendo in piedi la Bielorussia da molto prima che l’Unione europea e gli Stati Uniti imponessero sanzioni a Minsk e al presidente Alexander Lukashenko. All’inizio di questa estate, Mosca ha prestato al suo alleato 500 milioni di dollari e sei mesi prima, aveva dato al regime di Lukashenko una somma simile.

Guardando dall’esterno, queste cifre sembrano essere un grosso prestito che un paese concede ad un altro e per il quale si riscuotono gli interessi. Ma la situazione con la Bielorussia e la Russia è diversa. Gli interessi aumentano sì e i debiti continuano a crescere anno dopo anno, eppure Minsk continua a ricevere nuovi prestiti da Mosca, riporta Dw.

Tra il 2005 e il 2015, Mosca ha immesso 106 miliardi di dollari nell’economia bielorussa, secondo il Fondo Monetario Internazionale.

I contributi della Russia a Minsk sono di due tipi: beni e servizi e finanziari. Ad esempio c’è il sussidio del settore energetico bielorusso, che riceve gas russo a buon mercato e ha tariffe esentate sul petrolio destinato alle raffinerie bielorusse. L’Istituto per l’energia e la fondazione finanziaria di Mosca stima che la Russia ha sovvenzionato il petrolio alla Bielorussia per 35 miliardi di dollari, e il gas per l’equivalente di 19 miliardi di dollari tra il 2011 e il 2020.

I prestiti economici – e legali – sono un altro mezzo con cui la Russia è stata in grado di sostenere la Bielorussia. Mosca continua a prolungare le scadenze di pagamento e rivede costantemente i termini e le condizioni dei prestiti. La Russia, per esempio, ha prestato alla Bielorussia 10 miliardi di dollari per costruire una centrale nucleare nel 2011.

Resta poco chiaro come Minsk spenda i prestiti non destinati a progetti specifici. La Russia ha anche concesso alla Bielorussia un accesso speciale al suo mercato. Nemmeno altri membri dell’Unione Economica Eurasiatica godono di condizioni così favorevoli come le aziende bielorusse. Questo trattamento preferenziale garantisce la sopravvivenza di interi settori di attività all’interno della Bielorussia, specialmente nell’industria alimentare e ingegneristica.

Oltre ai prestiti a basso interesse, tali preferenze hanno permesso all’economia bielorussa di generare circa 11 miliardi di dollari tra il 2011 e il 2020, secondo la Fondazione Istituto per l’Energia e la Finanza di Mosca.

Senza controlli alle frontiere tra la Bielorussia e la Russia, poi, e grazie all’accesso preferenziale al mercato, il contrabbando ha prosperato. Anche se la scala finanziaria del contrabbando è nulla in confronto a quella dei prestiti ufficiali russi, è comunque considerevole.

Il contrabbando in Bielorussia vede alcune merci dell’Ue rietichettate e documenti doganali falsificati con cui queste merci entrano in Russia per eludere le sanzioni dell’Ue.

Tra il 2014 e il 2020, la Russia ha subito un danno finanziario stimato di 4,2 miliardi di dollari dal contrabbando di merci sanzionate dall’Ue.

Un’altra fonte di reddito per Minsk sta nel sequestrare le proprietà delle aziende russe in Bielorussia.

Tutto ciò ha un costo: l’assistenza di Mosca ha messo a dura prova le finanze russe.

Anna Lotti