BIELORUSSIA. Continua la repressione: vietato difendere chi protesta e raccontare le proteste

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Il parlamento bielorusso ha approvato diverse misure che limitano severamente i diritti civili e il libero flusso di informazioni a seguito della repressione delle proteste che contestano i risultati ufficiali delle presidenziali che hanno visto vincitore l’uscente Alyaksandr Lukashenko al suo sesto mandato consecutivo.

I testi dei controversi emendamenti alle leggi sull’estremismo e sui mass media sono stati approvati in prima lettura il 2 aprile e messi sul sito ufficiale dei documenti legali il 9 aprile. Secondo gli emendamenti, qualsiasi attività da parte di individui, partiti politici o organizzazioni nazionali o internazionali definite come dannose per l’indipendenza, l’integrità territoriale, la sovranità, le basi dell’ordine costituzionale e la sicurezza pubblica saranno considerate “estremiste”, riporta Rferl e Belta.

Sulla scia del voto di agosto, migliaia di bielorussi sono scesi in strada in quella che è diventata la più grande e persistente manifestazione di opposizione a Lukashenko nei quasi tre decenni in cui ha detenuto il potere. Più di 33.000 persone sono state arrestate per aver partecipato alle manifestazioni.

L’Unione Europea, gli Stati Uniti e altre nazioni hanno rifiutato di riconoscere i risultati dichiarati delle elezioni. Diverse nazioni occidentali, così come l’Unione Europea, hanno imposto sanzioni a Lukashenko e ad altri alti funzionari bielorussi e i nuovi emendamenti probabilmente scateneranno una protesta per ulteriori sanzioni.

Se approvati e trasformati in legge, gli emendamenti proibirebbero ai singoli avvocati e agli studi privati di difendere le persone in alcuni casi penali e amministrativi. La maggior parte degli avvocati che lavorano con le associazioni dei giornalisti bielorussi e che hanno difeso i reporter negli ultimi mesi sono già stati privati delle loro abilitazioni.

Gli emendamenti affermano anche che insieme alla presa di potere violenta, la creazione di gruppi armati illegali e le attività terroristiche, le seguenti azioni saranno considerate come attività estremiste: la distribuzione di informazioni false; l’insulto a un funzionario; il discredito dello stato e degli organi di governo; l’ostacolo alle attività della Commissione elettorale centrale e di altri organi statali; la partecipazione attiva e l’organizzazione di eventi di cosiddetto disordine di massa; l’invito a prendere parte a eventi pubblici non autorizzati o a sostenere finanziariamente tali eventi.

Gli emendamenti alla legge sui media poi, permetteranno alle autorità di chiudere i media dopo due avvertimenti scritti riguardanti le loro attività durante un anno, se le attività di tali media rappresentano una “minaccia alla sicurezza nazionale del paese”.

Gli emendamenti stabiliscono anche che gli organi statali possono limitare l’accesso alle pubblicazioni online se il ministero dell’informazione scopre che i materiali di tali pubblicazioni contengono informazioni che sono state vietate.

Un altro emendamento renderebbe obbligatorio ottenere un permesso preliminare dalle autorità locali prima di tenere eventi pubblici, invece della notifica preliminare alle autorità. Sarebbe anche illegale per i media e gli utenti dei social network pubblicare informazioni su date, luoghi e orari di tali eventi pubblici. Anche la copertura dal vivo di questi eventi sarebbe illegale.

Gli emendamenti permetterebbero anche ai pubblici ministeri di limitare l’accesso alle pubblicazioni su Internet che «distribuiscono informazioni che possono danneggiare gli interessi nazionali della Bielorussia».

Luigi Medici