Delegazioni di 46 nazioni dell’Asia-Pacifico si riuniscono a Dacca, Bangladesh, per valutare i danni al settore alimentare e agricolo sulla scia della pandemia globale di coronavirus e di altre minacce.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, Fao, cercherà di trovare dei rimedi ai principali problemi nutrizionali globali: il 40% delle persone nella regione non può permettersi una dieta sana e nutriente.
L’indice dei prezzi alimentari della Fao sta ora registrando i prezzi più alti del cibo, a livello globale, in più di un decennio. La guerra tra Russia e Ucraina probabilmente aggraverà i costi alimentari perché minaccia di interrompere le esportazioni di grano e le fonti di energia, riporta AF.
Le malattie degli animali e delle colture e le minacce alla produzione alimentare e agricola, aggravate dalla perturbazione in corso derivante dalla crisi climatica, saranno anch’esse in primo piano nelle discussioni. Il miglioramento delle risposte ecosistemiche nelle isole del Pacifico è un altro argomento chiave della sessione, che sarà un evento ibrido in persona e a distanza.
«È la prima volta che la Fao convoca una conferenza regionale in Asia e nel Pacifico in modalità ibrida», ha detto il direttore generale della Fao Qu Dongyu. La Fao ha detto che l’applicazione dell’innovazione, della scienza e della digitalizzazione per aiutare i sistemi agroalimentari è tra i punti principali da considerare.
I delegati stanno anche concentrando la loro attenzione sulle risposte alle minacce per il bestiame, come quelle causate dall’influenza aviaria, dalla peste suina africana e dall’indebolimento delle risposte immunitarie dovuto all’uso eccessivo di antimicrobici nella produzione animale.
La Fao ha detto che anche la pandemia di Covid-19 sarà al centro delle discussioni: «Spero che questo sia anche un segnale che, mentre la Covid-19 è ancora con noi e intorno a noi, stiamo lentamente emergendo dalla sua morsa», ha detto Jong-Jin Kim, vice direttore generale della Fao: «Ora vediamo la luce alla fine del tunnel con un eventuale ritorno ad un ambiente di incontro e di lavoro più tradizionale», ha poi aggiunto.
Lucia Giannini