Quanto costa la Parusia?

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ITALIA – Roma 04/07/2015. «Questo libro è prima di tutto un atto d’accusa verso il modo in cui la rete – che avrebbe dovuto portare democrazia, risvegliare le coscienze, liberare l’umanità – si isa trasformata nel più efficace dispositivo per controllasse, manipolare, deformare la realtà e, in definitiva, dominare grandi masse orientandone le scelte».

Questa è la definizione, diretta, precisa e impietosa dell’idea che sta dietro il libro di Bruno Ballardini: ISIS. Il Marketing dell’Apocalisse (Baldini e Castoldi).
Ballardini (a sinistra), esperto di comunicazione e strategica, cerca di metterci subito in guardia: «Non esiste ancora nessun modo per difenderci dalla disinformazione e dalla manipolazione che avvengono attraverso Internet», diretto come un pugno alla stomaco. Il suo testo sviscera puntigliosamente la propaganda dello Stato Islamico che terrorizza l’Occidente, addormentato e pigramente rivolto su se stesso, mettendo di fronte al riflesso della propria comunicazione pubblicitaria e istituzionale, tesa, da noi a orientare consumi e gusti, mentre al di là del Mediterraneo ha lo scopo, utilizzandole stesse identiche tecniche a “scatenare i mastini della guerra”: « Sul piano mediatico l’ISIS rappresenta in un certo senso l’11 settembre di Internet, la prima grande sconfitta della rete, così come l’attacco all eTorri Gemelle e ciò che ne è seguito hanno segnato la sconfitta della televisione e del giornalismo televisivo».
Da queste premesse, si snoda tutto il ragionamento e l’analisi fatto dall’autore della comunicazione dello Stato Islamico, che attraverso i suoi messaggi video di elevata professionalità, e televisivamente “impeccabili” afferma la sua esistenza, rivendica la sua ragion d’essere, e invita tutti i musulmani a unirsi ai suoi ranghi. Motivo? L’Occidente, con tutto il suo caravan serraglio mediatico, è marcio, porta con sé dei disvalori che i veri credenti nell’Unico Dio non possono accettare né tollerare. Ma chi li ha creati questi personaggi, che vestono di nero o con delle strane mimetiche di foggia orientale, armati di tutto punto che in un video tagliano teste o sparano e in un altro distribuiscono caramelle e gelati ai bambini? Ballardini ripercorre passo passo la storia degli ultimi trent’anni del Novecento, la creazione delle premesse di violenza in Afghanistan, in base al precetto che “il nemico del mio nemico, è mio amico”, che hanno portato sì alla sconfitta dell’Armata Rossa ma anche all’arrivo dei Signori della guerra, della guerra civile e dei Talebani col loro Emirato dell’Afghanistan che è tutt’oggi negli incubi delle cancellerie occidentali, dopo oltre dieci anni di Isaf e di missione Onu, costate denaro e vite umane.
Non è solo un libro sulla comunicazione dello Stato Islamico ma è un testo sui disastri comunicativi e “propagandistici” occidentali degli ultimi vent’anni, perché: «In un guerra nessuno ha ragione, tutti sono ugualmente colpevoli di aver condotto l’umanità a questa soluzione finale. Ma è anche vero che se l’umanità non ha saputo escogitare nulla di meglio fino adesso, allora veramente meritiamo la guerra».