
La Conferenza sulla sicurezza di Monaco, tenutasi dal 17 al 19 febbraio nella città della Baviera in Germania, è stata l’occasione in cui leader mondiali, ad esclusione della Russia, hanno discusso dei temi della sicurezza. Quest’anno al centro vi era la guerra in Ucraina. Giunta alla sua 59esima edizione, è un incontro annuale fra leader mondiali, politici ed esperti del settore di oltre 100 Paesi. Questa conferenza è stata però molto importante anche per i Paesi dei Balcani, che si sono potuti incontrare e discutere della regione, della stabilità e della sicurezza, delle tensioni ma anche di cooperazione, visione europea e relazioni bilaterali fra i vari Stati loro vicini.
Per la Croazia il primo Ministro Plenković, ha incontrato l’Alto Rappresentante in BiH, Christian Schmidt, ovviamente proprio in occasione della conferenza sulla sicurezza a Monaco, auspicando e aspettando la formazione delle autorità a tutti i livelli il prima possibile affinché la BiH sia funzionale. Il premier ha inoltre sottolineato che la Croazia continua a fornire sostegno alla Bosnia-Erzegovina nel suo percorso europeo.
Si segnala particolarmente anche l’attivismo del neo ministro degli Esteri della BiH Konaković, con diversi incontri alla Conferenza di Monaco dove ha interloquito fra gli altri con il capo della diplomazia tedesca Baerbock sulla proficua cooperazione istituzionale a lungo termine. tra i due paesi, e ha sottolineato che vede la Germania come uno dei principali sostenitori della BiH in Europa. Baerbock ha accolto con favore lo status di candidato ricevuto dalla BiH e ha sottolineato la necessità di portare avanti processi di riforma. La Germania è uno dei più importanti partner commerciali esteri della BiH. Konaković non ha partecipato da solo a Monaco come esponente del governo della BiH. Oltre al già menzionato Alto Rappresentante Schmidt, anche il presidente del Consiglio dei ministri Krišto era presente ed ha discusso con il premier macedone Kovačevski del miglioramento della crescente cooperazione economica tra i due paesi, hanno confermato le relazioni amichevoli dei due paesi, nonché la loro determinazione a intensificare la cooperazione, in particolare nel commercio, nei metalli, nell’industria alimentare e tessile.
Sempre nell’ambito della Conferenza a Monaco, anche il Montenegro è stato protagonista. Il presidente Đukanović ha affermato che non vi sono indicazioni che le autorità o le istituzioni statali del Montenegro abbiano partecipato in alcun modo al tentativo di colpo di stato russo in Moldavia, ed ha incontrato il presidente moldavo Maja Sandu. Inoltre, il presidente Đukanović ha affermato che Belgrado e Pristina non hanno altra strada “verso la via dell’accordo”, e ha valutato un passo avanti che entrambe le parti abbiano accettato il testo base del piano franco-tedesco, sottolineando come «tutte le altre idee, come il mantenimento di un conflitto congelato, sono in realtà una funzione della dottrina della distruzione verso l’Europa e verso i Balcani occidentali come regione europea».
Rimanendo proprio sul tema delle relazioni fra la Serbia e il Kosovo, il presidente serbo Vucic, sfruttando proprio la portata e l’eco della Conferenza a livello internazionale, ne ha approfittato e si è detto pronto a avviare un dialogo con Pristina, sempre a patto che si includa l’Associazione dei comuni a maggioranza serbi nel nord del Kosovo. Il momento della dichiarazione è stato simbolico, perché proprio il 17 febbraio si è festeggiato il 15° anniversario dell’indipendenza kosovara. Proprio nel suo intervento a Monaco Vucic ha insistito molto sulla priorità nel parlare dell’Associazione e che rappresenta una condizione imprescindibile per giungere ad un accordo. Una linea che a sorpresa vede concorde il Kosovo, che ha iniziato una sua riflessione interna sull’istituzione, ma ciò che diverge profondamente è la netta differenza dei termini in cui i due Stati vedono tale realtà. Quindi seppur le nuove aperture degli uomini forti del Kosovo e Serbia, Kurti e Vucic, danno spazio ad una possibile soluzione dell’ormai storica diatriba, dall’altra mostrano due visioni diametralmente opposte sulla modalità di raggiungere la normalizzazione dei rapporti.
Proprio il Kosovo ha sfruttato al massimo la Conferenza sulla sicurezza, con incontri proficui e di alto livello si da parte della Presidente Osmani che del premier Kurti. Il Presidente Osmani ha dialogato con la sua omologa slovena Pirc Musar. L’incontro ha discusso della situazione geopolitica in Europa, compresa la guerra in Ucraina e le azioni destabilizzanti della Russia, che tendono anche a destabilizzare la regione attraverso il satellite della Russia nei Balcani occidentali. Si è discusso anche degli ultimi sviluppi del dialogo Kosovo-Serbia, nonché nel campo della sicurezza in Kosovo e nella regione. Mentre sul fronte economico, il Primo Ministro Kurti ha iniziato la sua partecipazione alla Conferenza incontrando il Presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), Odile Basso. Hanno discusso della cooperazione tra il governo e la BERS, i progetti che vengono attuati con il sostegno della BERS, nonché nuove opportunità di cooperazione. Il Kosovo vede un partner importante nel raggiungimento dei suoi obiettivi nello sviluppo sostenibile, in particolare nel campo dei trasporti, della digitalizzazione, dell’energia e del settore privato. Successivamente, ovvero il 18 febbraio, un giorno dopo che il Kosovo ha celebrato il 15° anniversario dell’indipendenza, il primo ministro Edi Rama e il suo omologo Albin Kurti si sono incontrati in Germania, a margine della conferenza. La notizia è stata annunciata dallo stesso capo del governo albanese, con una foto con le bandiere di due Paesi e un cuore al centro, per simboleggiare l’unione e la vicinanza dei due Paesi.
Infine, gli impegni di Serbia e Macedonia del Nord per promuovere la sicurezza regionale e lo sviluppo di società democratiche per una regione stabile e prospera sono stati i temi di conversazione dell’incontro tenutosi sempre a Monaco tra il primo ministro Kovacevski e il presidente serbo Vucic. Hanno sottolineato che l’integrazione europea dei paesi dei Balcani occidentali è un interesse politico, economico e di sicurezza dell’UE.
Paolo Romano