BALCANI. Corsa agli ammodernamenti militari

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La Croazia fa da pioniera nella corsa all’ammodernamento delle forze armate nei Balcani, con nuovi aerei e navi. L’Albania la segue a stretto giro così come laMacedonia del Nord. Il tutto avviene fra partner NATO, in prevalenza gli Stati Uniti ma anche la Francia e l’Italia. Invece, la Serbia punta sui russi e cinesi, pur mantenendo il suo status militare “neutrale” mentre il Kosovo, che non ha un vero e proprio esercito, si rivolge alla Turchia. Nel contesto geopolitico attuale un altro argomento correlato e molto discusso nella regione, soprattutto in Croazia e Serbia, è l’introduzione della leva obbligatoria, visto la carenza di personale.

L’esercito croato ha preso in consegna il quinto aereo da caccia multiruolo Rafale, acquistato dalla Francia. La Croazia ha acquistato un totale di 12 aerei Rafale, che saranno dislocati nella base militare di Pleso. Gli altri sette verranno consegnati nel prossimo periodo. Il ministro croato competente in materia ha annunciato che cinque di essi appartengono quindi ufficialmente alla Croazia. Il valore del contratto stipulato tra la Croazia e la Francia per l’acquisto dell’aereo da combattimento “Dassault Rafale” ammonta a quasi un miliardo di euro (999.068 milioni di euro), cioè un aereo è stato acquistato al prezzo di circa 83 milioni di euro. Tale prezzo comprende l’addestramento dei piloti croati in Francia e pezzi di ricambio, sistemi e missili aria-aria e aria-terra. Dopo la completa attuazione del contratto, l’aeronautica militare croata sarà notevolmente modernizzata.

La Serbia è anch’essa interessata all’acquisto di aerei francesi, i funzionari lo hanno confermato nel giugno dell’anno scorso, sottolineando che si sta negoziando il prezzo. Questo potrebbe far pensare che si tratti di un segno dell’uscita della Serbia dal fornitore di armi a lungo termine della Russia. Teoria smentita proprio di recente quando il Presidente della Serbia ha annunciato la ricezione del sistema di guerra elettronica Repellent dalla Federazione Russa, oltre alla fornitura di sistemi di difesa aerea FK-3 dalla Cina. 

Importanti sviluppi nel campo militare in Croazia non fermandosi solo agli aerei. Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di otto Black Hawk Helicopters UH-60M per un costo stimato di 500 milioni di dollari. Inoltre, il Kuwait ha trasferito più di 100 dei suoi carri armati M-84AB alla Croazia. I croati ripareranno i veicoli blindati e poi il loro percorso sarà verso l’Ucraina. Va notato che l’M-84AV è un carro armato T-72M1 prodotto dalla Jugoslavia su licenza. Le riparazioni richiederanno almeno diversi mesi. Anche la Marina croata si rinnova e durante la cerimonia del passaggio di consegne al nuovo comandante della Marina, il commodoro Damir Dojkić, il presidente della Repubblica, Zoran Milanović, ha chiesto la costruzione di altre quattro navi costiere navi pattuglia e una nave offshore.

Facendo considerazioni più generali sulle forze armate dei Balcani, mentre la Croazia e la Serbia si stanno rapidamente armando investendo sempre più denaro nell’esercito, la Bosnia ed Erzegovina è molto indietro. Vi è stata si un’esercitazione aerea congiunta con gli Stati Uniti ma nulla più visto anche le divisioni interne e lo stesso presidente della RS, l’entità della BiH, Milorad Dodik che considera l’esercito della BIH solo un costo. 

Tra gli stati balcanici che si stanno armando rapidamente c’è anche il Kosovo, che nel maggio 2023 ha acquistato cinque droni militari turchi TB2. Per equipaggiare il “proprio esercito” (in realtà si tratta più di forze di polizia/sicurezza KSF – Kosovo Security Force che un esercito a tutti gli effetti), il Kosovo quindi è ricorso ad una soluzione più economica, ovvero i droni turchi li ha comprati al prezzo individuale di circa 5 milioni di euro. Inoltre, va detto che i droni si sono rivelati un’arma strategica ed estremamente efficace nell’attuale guerra in Ucraina, poi nella guerra in Azerbaigian e Armenia e negli interventi militari turchi in Siria. 

Mentre, l’offerta dell’azienda italiana “Leonardo” è stata scelta come la più adatta per la nuova generazione di elicotteri per l’Esercito della Macedonia del Nord ha annunciato il ministro della Difesa Slavjanka Petrovska. Sono otto i nuovi elicotteri multiruolo (Agusta 149 e Agusta 169). 

Infine, per quanto riguarda l’Albania, Tirana invia un piccolo contingente, 22 soldati di nave “Illiria” nella missione della NATO nel Mar Egeo. Significativo, invece, l’arrivo degli elicotteri Black Hawk in collaborazione con il loro partner strategico, gli Stati Uniti i quali hanno sostenuto con oltre 50 milioni di dollari attraverso fondi di aiuto. Rappresentano a detta del premier Edi Rama un importante investimento nella modernizzazione delle forze aeree. 

Le relazioni fra i paesi non sono tutte rosee. Se da un lato è stato appena firmato un Memorandum d’intesa a Zagabria fra il ministro della Difesa croato e il suo omologo albanese Niko Peleshi, affermando che la situazione della sicurezza nell’Europa sud-orientale non è soddisfacente. In aggiunta anche il Presidente croato Zoran Milanović ha ricevuto Peleshi discutendo dell’attuale situazione della sicurezza nell’Europa sudorientale e si è convenuto che è necessario compiere passi nella direzione di allentare le tensioni e stabilizzare la situazione. D’altro canto, invece, il ministro della difesa serbo Miloš Vučević ha dichiarato che la Serbia è preoccupata per la firma dell’accordo militare quadro tra Pristina e la Turchia, che il paese segue attentamente quanto sta accadendo e che darà una risposta adeguata, ripetendo che ciò è contrario all’Accordo tecnico-militare e alla Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Paolo Romano

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