
Mercoledì mattina in Croazia le sedi locali di Sberbank, la principale banca russa, hanno riaperto con un nuovo nome, Nova Hrvatska Banka. La riapertura è stata possibile grazie all’intervento della Banca postale di Croazia (Postbank), che ha rilevato per 71 milioni di kune (9,46 milioni di euro) le azioni della filiale croata del principale istituto di credito russo in seguito all’inevitabile uscita dal mercato europeo a una settimana dall’invasione dell’Ucraina. All’annuncio dell’operazione, il governatore della Banca nazionale di Croazia Boris Vujčić ha dichiarato che senza un intervento ci sarebbe stato un rapido tracollo del distaccamento croato di Sberbank con una perdita intorno agli 8 miliardi di kune, pari a 1,06 miliardi di euro.
A seguito della stretta delle sanzioni sulla Federazione russa, tra cui proprio l’esclusione delle banche russe dal sistema di transazioni SWIFT, in Slovenia, Croazia e Bosnia Erzegovina si sono formate code di piccoli risparmiatori agli sportelli di Sberbank. Scene che rimandano alle guerre degli anni ‘90 e alla perdita dei risparmi di molti cittadini a causa del crollo delle banche slovene.
Già a inizio settimana, la Banca centrale europea aveva avvisato che Sberbank Europe, la cui sede centrale è in Austria, era a rischio di fallimento per mancanza di liquidità, in riferimento alla situazione delle divisioni slovena e croata. Sempre Sberbank poi è stata inserita anche dal Dipartimento del Tesoro USA nella lista di istituti bancari russi che non potranno più concludere transazioni con banche statunitensi, ecludendola dal dollaro.
Martedì 1 marzo è arrivato infine l’annuncio del Comitato di risoluzione unico dell’Unione europea della vendita del distaccamento croato della principale banca russa a Postbank. Parallelamente, quello sloveno è stato rilevato da Nova Ljubljanska Banka.
Fuori dall’Unione europea, in Bosnia Erzegovina i due distaccamenti di Repubblica Srpska e della Federazione di Bosnia Erzegovina sono stati rilevati rispettivamente da Nova Banka e da ASA Bank. Anche in Serbia, unico paese europeo a non aver sostenuto le sanzioni contro la Russia, AIK Banka ha rilevato il distaccamento locale di Sberbank.
A meno di una settimana dall’inizio del conflitto in Ucraina, la governatrice della Banca centrale della Federazione russa Elvira Nabiullina ha ammesso che il paese si ritrova ad affrontare una “situazione estrema”, e che Mosca si prepara a fare il possibile per affrontare l’incombente shock economico e finanziario. Si direbbe che dal punto di vista dell’occidente le sanzioni e l’esclusione dal sistema SWIFT si siano rivelate misure efficaci, eppure il crollo dell’economia russa arriva a minacciare paesi che si sono schierati con le misure adottate contro Mosca, arrivando a riguardare da vicino la stessa Unione europea.
Carlo Comensoli