Il destino di Manama è legato a Damasco?

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BAHREIN – Manama 11/09/2013. Per vedere come stanno andando le cose a Manama in questi giorni, basta guardare i combattimenti a Damasco.

Gil equilibri del piccolo arcipelago del Golfo, impantanato nelle divisioni settarie, vengono rimescolati a seconda delle notizie legate al fronte siriano, ci dice al Monitor. Il 28 agosto, l’opposizione del Bahrain ha ripreso i colloqui con i rappresentanti del governo, dopo una pausa di due mesi. Ma, incredibilmente, i media locali erano concentrati sul file siriano. Il quotidiano al-Khaleej Akhbar, vico al primo ministro, ha pubblicato un articolo intitolato: «Gli eventi regionali si sono imposti nel Dialogo nazionale». Due anni e mezzo dopo lo scoppio della rivolta del Bahrein e l’emergere del ruolo svolto dai sauditi come un ulteriore fattore di stallo della situazione, una “soluzione per il Bahrein” è ancora  un sogno, dice al Monitor. Gli ultimi sviluppi hanno reso più evidente che gli eventi regionali stanno dominando la scena locale. Nel corso di un comizio affollato che l’opposizione ha chiesto il 7 settembre, Khalil al – Marzouq, esponente di al- Wefaq, ha attaccato il governo per le scommesse fatte sui cambiamenti che possono derivare dal previsto attacco degli Stati Uniti alla Siria.  I manifestanti hanno aggiunto un altro slogan; “Respingere l’aggressione contro la Siria” nelle loro manifestazioni anti-governative, che di solito finiscono in scontri di piazza. In mezzo a tutto questo, Ibrahim Mohyiddin Khan, 19 anni, è stato ucciso durante gli scontri in Siria il 5 settembre. È il sesto cittadino del Bahrein a morire combattendo nelle file di Jabhat al- Nusra. Era il figlio del capo del filogovernativo Movimento Nazionale per la Giustizia.

Quanto può influenzare il Bahrein la situazione in Siria?

I due paesi sono strettamente collegati. Le potenze regionali vogliono il cambiamento in Siria e mantenere lo status quo in Bahrein  Il peso demografico dei sunniti rappresenta la leva politica per il cambiamento in Siria. Ma in Bahrain, la maggioranza è sciita. In entrambi i paesi, governa una minoranza su una maggioranza alimentando i conflitti settari. Abdulhadi Khalaf , un ex parlamentare di sinistra del Bahrein e oggi professore presso l’Università di Lund, in Svezia, sostiene: «Più va avanti la crisi siriana, più grandi saranno le sue implicazioni per il Bahrein (…) l’incitamento contro gli alawiti in Siria va di pari passo con la demonizzazione degli sciiti in Bahrain». «Le campagne di incitamento all’odio finalizzate alla raccolta di fondi o al reclutamento di militanti per combattere in Siria hanno catalizzato e indurito il discorso politico trasformando in uno scontro settario» ha aggiunto. Abdul Nabi Salman , il segretario generale del Forum progressista di sinistra e uno dei rappresentanti della opposizione nel dialogo nazionale, ha detto che «Il regime vuole rimandare la soluzione fino a dopo la soluzione della situazione in Siria». Molto probabilmente, un risultato decisivo in Siria non sarà sufficiente, da solo, a spingere in avanti le cose in Bahrain, ma renderà più chiaro come le forze internazionali nella regione possano coesistere con il persistente problema posto dalla primavera araba.