BAHREIN. Ancora sangue nelle strade del Regno

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Una serie di scontri violenti tra le forze del regime del Bahrein e i manifestanti anti regime hanno insanguinato le strade del paese del Golfo. Le manifestazioni erano contro la repressione del regime di Al Khalifah sui dissidenti politici e gli attivisti democratici nel Regno, riporta Press Tv.

A partire dal 7 marzo, decine di persone sono scese in piazza nel villaggio di Ma’ameer, situato a circa 15 chilometri a sud della capitale, Manama, portando bandiere nazionali e alzando le immagini delle persone uccise a seguito delle misure repressive del regime.

I manifestanti hanno scandito slogan contro il governo degli Al Khalifah così come contro il re Hamad bin Isa Al Khalifa, e a favore del religioso sciita sceicco Isa Qassim.

La reazione delle forze dell’ordine sono state violente: granate assordanti e gas lacrimogeni per disperdere la folla. La contrapposizione religiosa e sociopolitica nel regno del golfo ha recentemente visto lo scioglimento del partito sciita Wefaq e la privazione della cittadinanza del suo leader lo sceicco Qassim.
Dopo il Wefaq sono state sciolte diverse altre istituzioni come la Enlightment Institution, e del gruppo d’opposizione al-Risala. Per Manama l’accusa è la «raccolta illegale di fondi, riciclaggio di denaro e aiuto al terrorismo».

Altri scontri sono scoppiati a Nuwaidrat, a Diraz, paese natale di Qassim, situato a circa 12 chilometri a ovest di Manama, un gran numero di manifestanti ha organizzato un sit-in per protestare contro le misure di Manama.

Nel frattempo, il Bahrain Human Rights Monitor Freedoms Unit, ha denunciato la discriminazione contro i membri della comunità sciita definendola “comune” in Bahrain.

Alla XXXIV sessione del Consiglio dei diritti umani a Ginevra, il Bhrm ha denunciato il mancato rispetto dei diritti umani in Bahrein effettuato attraverso una serie di misure discriminatorie nel mondo del lavoro e nella società.
Dal 2011 quasi quotidianamente una serie di proteste sta insanguinando il paese; i manifestanti anti-regime chiedono che la dinastia Al Khalifah rinunci al potere assoluto e permetta la creazione di un giusto sistema di rappresentanza in Bahrein.

Luigi Medici