AZERBAIJAN. La lunga mano di Pechino sul Caucaso

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Azerbaijan e Cina hanno firmato una dichiarazione congiunta per stabilire una partnership strategica al vertice della Shanghai Cooperation Organization di quest’anno tenutosi ad Astana, in Kazakistan, l’accordo ha sottolineato l’approccio geoeconomico della Cina alla regione caucasica.

Nella dichiarazione congiunta gli articoli economici si concentrano sulle prospettive di cooperazione in settori chiave, vale a dire energia verde, produzione di petrolio e gas, infrastrutture di trasporto e digitalizzazione; sottolinea il ruolo dell’Azerbaijan nella Belt and Road Initiative. In particolare, entrambe le parti si sono impegnate a migliorare la connettività attraverso il Middle Corridor, noto anche come Trans-Caspian International Trade Route, Titr, riporta AT.

Il contenuto della dichiarazione è in linea con la politica dell’Azerbaijan di diplomazia multi-vettore, nelle relazioni con le potenze globali. L’aumento degli investimenti cinesi e della cooperazione economica offre potenziali benefici economici e un altro “vettore” di politica estera per mitigare la dipendenza dalla Russia e dall’Occidente.

L’enfasi sulla cooperazione per corridoi commerciali strategici internazionali e catene di approvvigionamento suggerisce che la Cina è arrivata a considerare l’Azerbaijan, almeno potenzialmente, come un attore chiave nella sua più ampia strategia economica eurasiatica. Per l’Azerbaijan, la partnership è un successo diplomatico che rafforza il suo profilo globale come potenza media.

La spinta della Cina nel Caucaso meridionale è in corso da alcuni anni. Tuttavia, la dichiarazione congiunta con l’Azerbaijan che forma una partnership strategica e la selezione da parte della Georgia di un consorzio cinese per costruire il porto di Anaklia si uniscono per evidenziare il crescente profilo di Pechino nell’ambiente diplomatico e geoeconomico.

Queste mosse giungono in un momento in cui l’influenza occidentale nella regione sembra scemare. L’attenzione dell’Europa è stata deviata dalle sfide interne e dal conflitto in corso in Ucraina. Nel frattempo, gli Stati Uniti sono preoccupati per le questioni interne, in particolare l’attuale ciclo elettorale.

In questo contesto, la posizione dell’Azerbaijan come anello chiave nelle catene di fornitura globali e nei corridoi commerciali regionali diventa sempre più significativa per le ambizioni più ampie della Cina. La strategia di Pechino nella regione è multiforme, con l’Azerbaijan al centro. Il coinvolgimento dell’Azerbaijan nella Belt and Road Initiative e la sua posizione strategica nelle catene di fornitura eurasiatiche lo rendono un partner fondamentale per la Cina.

Da un lato, a livello geoeconomico, Pechino cerca di stabilire rotte commerciali alternative, anche attraverso l’Azerbaijan, per ridurre la sua dipendenza dalle rotte marittime controllate dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. Ciò va di pari passo con la ricerca da parte della Cina di nuovi mercati e risorse. La maggiore flessibilità che deriva da tale sviluppo indebolirebbe il potere contrattuale occidentale consentendo all’Azerbaijan di mettere i suoi partner l’uno contro l’altro.

Allo stesso tempo, i progetti sostenuti dalla Cina potrebbero spostare i flussi energetici verso l’Asia, influenzando la capacità del Corridoio del gas meridionale di soddisfare le esigenze europee. La Cina è già diventata il secondo acquirente di petrolio dell’Azerbaijan.

Lucia Giannini

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