
Il crescente predominio della Cina nel settore automobilistico è dovuto in gran parte a un singolare risultato produttivo: la riduzione di oltre la metà dei tempi di sviluppo dei veicoli, fino a soli 18 mesi per un modello completamente nuovo o riprogettato. L’età media di un modello elettrico o ibrido plug-in di un marchio cinese in vendita sul mercato interno è di 1,6 anni, contro i 5,4 anni dei marchi stranieri, secondo quanto rilevato dalla società di consulenza AlixPartners.
Questa velocità ha scosso le case automobilistiche tradizionali, che storicamente hanno riprogettato i veicoli circa una volta ogni cinque anni, o una volta ogni dieci anni per i pickupm riporta Reuters.
Stati Uniti ed Europa hanno imposto dazi per proteggere le rispettive industrie automobilistiche, sostenendo che la Cina sovvenzioni i veicoli elettrici. Tuttavia la velocità di sviluppo delle case automobilistiche cinesi è emersa come il fattore principale che determina i loro vantaggi in termini di costi e tecnologie rispetto ai concorrenti stranieri. Ridurre i cicli di sviluppo dei veicoli di anni consente di risparmiare capitale, abbassare i prezzi e garantire ai produttori cinesi i modelli più innovativi durante una rivoluzione tecnologica, hanno affermato dirigenti ed esperti del settore.
Un esempio è la cinese BYD. Sfruttando i bassi costi del lavoro in Cina, BYD impiega circa 900.000 dipendenti, quasi quanto la forza lavoro di Toyota e Volkswagen messe insieme, per accelerare la progettazione e la produzione. Presso la sua sede centrale, BYD promuove una vita incentrata sul lavoro attraverso alloggi, trasporti e scuole sovvenzionati dall’azienda. A differenza della maggior parte delle case automobilistiche, BYD produce la maggior parte dei propri componenti anziché affidarsi ai fornitori, un altro fattore che accelera lo sviluppo e riduce i costi.
I dipendenti delle case automobilistiche cinesi lavorano spesso sei giorni a settimana, 12 ore al giorno. BYD e Chery, altro marchio cinese, hanno entrambe aumentato le vendite di circa il 40% a livello globale nel 2024, mentre Tesla, la pioniera statunitense dei veicoli elettrici, ha registrato il suo primo calo annuale delle vendite, dovuto principalmente all’invecchiamento della sua gamma di modelli e per l’esposizione politica del patron Elon Musk.
I progressi delle case automobilistiche cinesi sono avvenuti a spese dei rivali globali. Dal 2020 al 2024, le cinque principali case automobilistiche straniere in Cina – Volkswagen, Toyota, Honda, General Motors e Nissan – hanno visto complessivamente le vendite di autovetture in quel mercato crollare da 9,4 milioni all’anno a 6,4 milioni, secondo i dati della società di consulenza Automobility. Le cinque principali case automobilistiche cinesi di oggi hanno più che raddoppiato le vendite, passando da 4,6 milioni di veicoli nel 2020 a 9,5 milioni lo scorso anno.
La principale casa automobilistica estera cinese, Volkswagen, ora sviluppa veicoli con la cinese Xpeng, un produttore di veicoli elettrici in rapida crescita. Altre case automobilistiche globali, tra cui Toyota e Stellantis, hanno avviato partnership simili con le controparti cinesi per comprenderne il funzionamento.
AD e altri dirigenti di case automobilistiche globali, tra cui Ford, VW, Stellantis, GM, Renault e altre, hanno apertamente riconosciuto la forte minaccia competitiva rappresentata dai rivali cinesi, citandone spesso la velocità di sviluppo.
Si tratta di un’inversione di tendenza: fino a circa un decennio fa, le case automobilistiche cinesi spesso copiavano i rivali stranieri. Dopo aver imitato i veicoli stranieri, l’industria cinese ha iniziato a esaminare attentamente i processi di progettazione dei concorrenti e a ideare percorsi diversi e più rapidi per il lancio dei prodotti. Gli ingegneri cinesi hanno sostanzialmente concluso che i processi di verifica standard del settore globale sono una ricerca dispendiosa di “qualità eccessiva”, riporta Reuters.
Al contrario, le case automobilistiche cinesi rilasciano rapidamente veicoli di qualità sufficientemente buona, con molti meno prototipi e una filosofia “fail-fast” che rispecchia le startup tecnologiche della Silicon Valley. Si affidano più a simulazioni e intelligenza artificiale che a test reali per la sicurezza e la durata. Considerano il lancio dei modelli più come l’inizio che la fine dello sviluppo, aggiungendo frequenti aggiornamenti basati sul feedback dei consumatori.
Questa urgenza deriva in parte dalla forte concorrenza che sta creando più perdenti che vincitori: 93 delle 169 case automobilistiche che operano in Cina hanno quote di mercato inferiori allo 0,1%, secondo la società di ricerca JATO Dynamics. Pochi realizzano profitti, una difficoltà aggravata dalla sovraccapacità produttiva. Secondo la società di consulenza Gasgoo Research Institute, le linee di assemblaggio cinesi possono produrre 54 milioni di auto all’anno, quasi il doppio dei 27,5 milioni prodotti dalle fabbriche lo scorso anno. Con l’offerta superiore alla domanda, le case automobilistiche stanno riducendo i prezzi.
La guerra dei prezzi dei veicoli elettrici in Cina ha suscitato allarme dopo che BYD a maggio ha scontato 20 modelli, tra cui il modello base Seagull, venduto a 55.800 yuan (7.789 dollari). Il presidente di Great Wall Motor, Wei Jianjun, ha definito il settore “malsano”, citando una pratica sempre più diffusa nel settore di smaltire le eccedenze di veicoli nuovi vendendo auto a chilometraggio zero come “usate” a forti sconti in Cina.
Per compensare le perdite, le case automobilistiche cinesi stanno correndo per incrementare le esportazioni a livello globale. In molti paesi, i loro veicoli raggiungono prezzi alla pari con modelli comparabili di case automobilistiche globali, e circa il doppio dei prezzi al dettaglio a cui le auto di marca cinese vengono vendute in patria.
Le case automobilistiche tradizionali tendono a lavorare in modo lineare, con i reparti in attesa del proprio turno per lavorare su componenti o sistemi. Le case automobilistiche cinesi schierano i team in parallelo. Le case automobilistiche cinesi risparmiano tempo e denaro utilizzando piattaforme e componenti standardizzati per tutti i modelli, in misura maggiore rispetto a molte case automobilistiche globali.
Nonostante le procedure di verifica abbreviate, i modelli di marchi cinesi hanno costantemente ottenuto le massime cinque stelle per la sicurezza da Euro New Car Assessment Programme (NCAP), un’organizzazione leader nei crash test.
Maddalena Ingrao
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