AUTOMOTIVE. Batterie austro-indonesiane per battere la Cina

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L’efficacia delle batterie agli ioni di litio nella lotta alla decarbonizzazione dipende da diversi fattori, come il ruolo predominante della Cina nella lavorazione dei minerali e nelle applicazioni a valle, le complessità della catena di approvvigionamento e le tecnologie future relative alle catene di approvvigionamento dei minerali per batterie. La posta in gioco in questo sforzo è alta.

La maggior parte delle riserve di questi minerali sono concentrate in poche nazioni. L’Indonesia rappresenta il 37% della produzione mondiale di nichel, l’Australia il 55% di litio e la Repubblica Democratica del Congo il 70% di cobalto, riporta AT.

Tuttavia, la Cina detiene una posizione dominante nella lavorazione di questi minerali vitali, non solo all’interno dei propri confini ma anche attraverso la proprietà o il controllo di risorse minerarie critiche a livello globale. Nello specifico, supervisiona la raffinazione del 58% del litio mondiale, del 67% del cobalto e del 35% del nichel in prodotti chimici per batterie per catodi.

La concentrazione geografica della produzione e della lavorazione dei minerali per batterie, in particolare la predominanza della Cina nella capacità di lavorazione, aggiunge volatilità alla geopolitica, in cui la sicurezza energetica è sempre stata una preoccupazione fondamentale.

Proprio come il carbone e il petrolio hanno definito le epoche passate, i minerali delle batterie stanno definendo l’era attuale, modellando le politiche economiche, ambientali e diplomatiche a livello globale.

La recente scoperta di vaste riserve di litio in Iran mostra quanto velocemente possa cambiare la geopolitica dei minerali critici. Questo sviluppo aumenta la posta in gioco per una potenziale alleanza strategica tra Australia e Indonesia nella costruzione di una catena di approvvigionamento alternativa per i minerali delle batterie.

Geograficamente vicine e con le loro risorse complementari, queste nazioni sono ben posizionate per creare una partnership vantaggiosa.

Tale alleanza potrebbe servire a tre scopi strategici: far avanzare le ambizioni dell’Australia di ascendere nella catena di fornitura globale delle batterie, costruire l’Indonesia come hub per veicoli elettrici e batterie e sostenere la Mineral Security Partnership guidata dagli Stati Uniti.

Ci sono molti ostacoli da superare affinché una tale alleanza abbia successo, tra cui lunghi tempi di allestimento, questioni normative e ambientali e investimenti necessari per capacità e infrastrutture. Attualmente solo la Cina è riuscita a creare una catena di approvvigionamento completa per superare tutti questi ostacoli.

Da un punto di vista geopolitico, la leadership della Cina nella tecnologia dell’energia pulita è percepita come una sfida alla sicurezza energetica globale. Questo punto di vista ha causato preoccupazione tra i politici statunitensi.

Le tensioni geopolitiche e la sfiducia tra nazioni con valori ideologici diversi stanno esacerbando la corsa per assicurarsi questi materiali. Questa corsa potrebbe interrompere la catena di approvvigionamento globale e potenzialmente ostacolare gli sforzi globali per raggiungere gli obiettivi di riduzione del carbonio fissati dall’accordo di Parigi.

In questo contesto, una potenziale alleanza tra Australia e Indonesia esercita un fascino particolare sugli Stati Uniti. Dato il futuro incerto della tecnologia delle batterie, anche l’alleanza proposta solleva notevoli preoccupazioni.

Sia l’Australia che l’Indonesia non dispongono delle tecnologie chiave necessarie per la raffinazione dei minerali, la gestione dei rifiuti e la produzione di batterie. Oltre ai considerevoli investimenti in infrastrutture e impianti di produzione e agli elevati costi ambientali, l’alleanza solleva più domande che soluzioni riguardo alla sua efficacia nell’affrontare le pressanti questioni legate al cambiamento climatico senza il coinvolgimento della Cina.

L’avvio di una simile alleanza potrebbe anche mettere a dura prova la ripresa delle relazioni tra Australia e Cina. Ciò è in gran parte dovuto agli ingenti investimenti della Cina nelle industrie di lavorazione dei minerali sia in Australia che in Indonesia, uniti al suo forte desiderio di mantenere la sua posizione consolidata.

Il vantaggio della Cina nella tecnologia delle batterie, d’altro canto, potrebbe rappresentare una risorsa globale nel facilitare la decarbonizzazione. Contrariamente alla credenza comune, il primato della Cina nella catena di fornitura delle batterie è più il risultato dell’innovazione del settore privato che degli investimenti sostenuti dallo Stato.

Maddalena Ingrao

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