AUSTRALIA. Washington stenta a convincere gli alleati su Hormuz

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I leader senior degli Stati Uniti hanno espresso fiducia che saranno in grado di convincere gli alleati a contribuire a proteggere la navigazione nell’area del Golfo Persico contro le minacce iraniane, ma non hanno fornito nuovi dettagli sulle nazioni che si sono dette disposte a partecipare.

In una riunione tra i leader statunitensi e australiani, il segretario alla Difesa Mark Esper ha detto di aver già ottenuto una buona risposta da parte degli alleati e alcuni annunci potrebbero essere attesi a breve. E il Segretario di Stato Mike Pompeo ha detto ai giornalisti che sono in corso molte conversazioni. Ma le loro controparti australiane non hanno preso alcun impegno: «La richiesta degli Stati Uniti è molto seria e complessa e la stiamo prendendo in seria considerazione», ha detto il ministro della Difesa australiano Linda Reynolds «Non è stata presa alcuna decisione», ha poi aggiunto. La Reynolds ha poi detto che il suo paese deciderà sulla base di ciò che è nel suo stesso interesse sovrano, riporta Military Times.

Chiamato “Operazione Sentinel”, il piano è stato attivato in giugno tra le preoccupazioni dell’amministrazione Trump che l’Iran fosse dietro una serie di attacchi a navi commerciali nella regione del Golfo Persico. L’ammiraglio Joseph Dunford, Capo dello Us Joint Chief of Staff, ha detto che il Pentagono ha sviluppato un piano specifico. Il ruolo principale sarebbe quello di fornire «consapevolezza del dominio marittimo», informazioni di intelligence e sorveglianza, alle navi dei partner della coalizione che condurrebbero pattugliamenti nelle vie d’acqua vulnerabili come lo Stretto di Hormuz, che separa il Golfo Persico dal Golfo di Oman, così come il Bab el Mandeb, uno stretto molto trafficato tra lo Yemen sulla penisola arabica, Gibuti ed Eritrea nel Corno d’Africa.

Qualsiasi scorta di navi commerciali sarebbe stata fatta da navi militari che battono la bandiera della nave commerciale, ha detto. Esper ha affrontato l’idea di una coalizione di alleati durante una riunione della Nato, ma finora gli Stati Uniti hanno ricevuto pochi impegni da altre nazioni. Invece, alcune nazioni europee hanno espresso la preoccupazione che l’operazione possa provocare conflitti, e sono più interessate ad una soluzione diplomatica.

Luigi Medici