Astralia, PMI pessimiste

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AUSTRALIA – Sindney. Tempo di bilanci anche per il continente australiano che a distanza si trova a fare i contii sia con il rallentamento dell’economia mondiale, sia con la forte concorrenza che viene dall’Indonesia. Le PMI australiane, secondo un’indagine svolta dallo studio di revisione contabile CPA, per il 60%  pensano di crescere nel 2013, un dato che in Europa sarebbe positivo, ma in quell’area di mondo è ritenuto “pessimista”.

Appena sopra a Hong Kong in cui il 59% degli imprenditori stima di fare migliori affari rispetto al 2012.  L’indagine ha interpellato 1.700 imprese in sei economie dell’Asia-Pacifico. Di queste solo l’Indonesia si è espressa in maniera più che ottimista, il 94% degli intervistati infatti conta in un miglioramento nel prossimo anno. L’indagine ha evidenziato, inoltre come solo il 14 per cento delle imprese australiane ha aumentato il numero del personale nel 2012, rispetto al 61 per cento in Indonesia.
Quando si è trattato di accedere denaro, il 47 per cento delle imprese australiane sono state costrette a utilizzare una carta di credito personale per pagare le attività commerciali, a fronte di un mero 12 per cento in Indonesia. Il CEO Alex Malley, di CPA Australia, ha detto che i risultati dell’indagine dipingono un quadro preoccupante, in quanto le piccole imprese fungono in scala da barometro per l’economia australiana.
«Questi risultati riflettono l’impatto diretto delle decisioni circa importanti questioni nazionali come restituire il surplus di bilancio, la produttività, la riforma fiscale e la regolamentazione», ha detto Malley.