AUSTRALIA – Canberra 21/07/2014. L’Australia ha confermato che l’attentatore suicida che recentemente si è fatto esplodere fuori da una moschea irachena era un suo cittadino.
L’ammissione del governo ha creato ulteriori preoccupazioni per la minaccia jihadista di ritorno. Il 21 luglio, il procuratore generale australiano, George Brandis, ha detto che il coinvolgimento degli australiani nel conflitto iracheno era uno «sviluppo preoccupante» che pone «una significativa minaccia alla sicurezza interna in Australia quando i jihadisti rientreranno a casa e cercheranno di portare la violenza qui da noi».
Il 17 luglio, un diciottenne si è fatto esplodere a Baghdad; lo Stato Islamico di Iraq e Grande Siria (Isis), in un Tweet, ha rivendicato l’attacco suicida e ha identificato l’aggressore come Abu Bakr al-Australi.
«Il governo deplora le azioni violente intraprese da Isil e altri gruppi estremisti in Iraq e Siria, ed è profondamente preoccupato per il coinvolgimento degli australiani in queste attività», ha detto Brandis.
La conferma della nazionalità è arrivata dopo che, nella settimana precedente, il ministro degli Esteri, Julie Bishop aveva detto che il governo stava facendo tutto quanto in suo potere per scoraggiare i giovani australiani dall’indottrinamento jihadista e andare così a combattere all’estero. Secondo la Cnn, inoltre, sarebbero 300 gli australiani che combattono al fianco dei militanti jihadisti in Siria.