
L’amministrazione dello stato orientale australiano del Nuovo Galles del Sud ha detto di aver evacuato 18.000 persone fino al 22 marzo e centinaia hanno dovuto essere salvate dopo giorni di forti piogge che hanno portato alle peggiori inondazioni nella regione in 60 anni.
Le immagini aeree dalle aree duramente colpite hanno mostrato scene in cui l’acqua distrugge intere aree abitate arrivando fino ai tetti delle case. In alcune zone, gli operatori di emergenza si sono mossi nell’entroterra utilizzando lance di salvataggio oceaniche per raggiungere le persone bloccate sui tetti. Finora non sono stati segnalati morti o feriti gravi.
Il primo Ministro australiano Scott Morrison ha detto al Parlamento che 35 comunità nel nord del Nuovo Galles del Sud sono state isolate e che i servizi di emergenza hanno condotto più di 700 salvataggi.
Solo un anno fa, la stessa regione ha visto incendi senza precedenti a seguito di anni di siccità che hanno attanagliato la maggior parte dello stato più popoloso dell’Australia. Il premier del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, che si è riferito all’inondazione come ad un “evento che capito una volta ogni cento anni”, ha detto che non poteva ricordare un momento nella storia dello stato in cui hanno affrontato condizioni meteorologiche così estreme in così rapida successione, e nel mezzo di una pandemia, riporta VoA.
I meteorologi dicono che forti temporali sono previsti nell’area lungo la settimana sulla costa centro-settentrionale dello stato, dove le comunità stanno affrontando le peggiori condizioni di inondazione dal 1929.
L’Australia Bureau of Meteorology ha detto che le comunità lungo il fiume Hawkesbury, a nord-ovest della capitale dello stato, Sydney, si stanno preparando per le peggiori inondazioni nella zona dal 1961.
L’Ufficio metereologico ha detto che i livelli del fiume Nepean a Penrith, nella periferia occidentale di Sydney, hanno raggiunto un livello più alto del record del 1961. E si prevedono ulteriori evacuazioni.
Maddalena Ingroia