AUSTRALIA. Carcere a chi vende mascherine a Pechino

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L’Australia ha minacciato di mandare in prigione chiunque sia stato sorpreso a inviare maschere facciali e altre attrezzature mediche in Cina dopo che Pechino ha raccolto tonnellate di attrezzatura in una serie di acquisti durante l’insorgenza del Covid-19. La Cina ha importato circa 2,5 miliardi e mezzo di articoli sanitari, tra cui visiere, maschere, guanti e ventilatori, tra il 24 gennaio e il 29 febbraio, secondo un rapporto dell’autorità doganale nazionale cinese, lasciando il personale medico in prima linea in decine di paesi senza dispositivi di protezione proprio quando il virus ha colpito, riporta Asia Times.

Ora le nazioni infette da Covid-19 devono riacquistarli a prezzi spesso molto alti e dando ai cinesi un vantaggio diplomatico e commerciale, perché stabiliscono dove sono e non vengono spediti i rifornimenti di attrezzature essenziali per la salvaguardia della vita.

Pechino avrebbe usato la cosiddetta “diplomazia delle maschera facciale” per dividere l’Unione Europea spedendo attrezzature ad alcune nazioni a condizioni più favorevoli di altre, mentre lasciavano gli Stati Uniti, attualmente l’epicentro della pandemia, scoperti. Ad alcuni paesi, inoltre, sono stati offerti aiuti per le attrezzature mediche, mentre altri devono pagare tariffe superiori a quelle di mercato prima della pandemia, a seconda dello stato delle loro relazioni con Pechino. 

Questa distribuzione differenziata a di aiuti è divenuta più cruciale man mano che gli esperti medici si sono fatti promotori di precedenti orientamenti sulla necessità di indossare maschere facciali per prevenire la diffusione della malattia. 

L’Australia ha detto che chiunque venga trovato a vendere maschere facciali, disinfettanti per le mani, guanti medici, occhiali, visiere o salviette per l’alcol alla Cina potrebbe essere imprigionato fino a cinque anni e vedrebbe confiscato il suo materiale

Con molti paesi disperatamente a corto di dispositivi di protezioni, i commercianti cinesi hanno messo sul mercato tonnellate di apparecchiature mediche, ma spesso a un costo elevato. Cambogia e Filippine hanno fatto intendere che alcuni respiratori sono stati offerti a cinque volte il prezzo di mercato originale, con crisi diplomatiche al seguito.

Il 4 aprile l’Ue ha accusato gli Stati Uniti di usare “metodi del selvaggio west” per assicurarsi i rifornimenti dopo che una spedizione di maschere facciali in Germania è stata improvvisamente deviata a Bangkok, in Thailandia, paese da tempo alleato strategico degli Stati Uniti. Non è chiaro cosa sia successo, ma si ipotizza che gli Stati Uniti hanno offerto più soldi a metà del trasporto. Il ministro degli Interni tedesco Andreas Geisel ha detto che le 200.000 maschere facciali sono andate agli Stati Uniti in quello che ha definito «un atto di pirateria moderna. Anche in tempi di crisi globale non dovrebbero esistere metodi da selvaggio west».

La carenza globale di maschere rischia di peggiorare ora che i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno raccomandato agli americani di coprirsi il viso quando escono di casa, soprattutto quando sono vicini ad altre persone.

Graziella Giangiulio