CINA – Pechino. Il valore dell’indice al consumo cinese Cpi, indicatore principale dell’inflazione, è cresciuto del 2 per cento annuo a novembre, ha annunciarlo il 9 dicembre l’Ufficio nazionale di statistica cinese (Bns).
In un mese su base annua, a novembre il CPI è aumentato del 0,1 per cento rispetto al mese precedente.
I prezzi degli alimenti, che rappresentano quasi un terzo del coefficiente nel calcolo del CPI della Cina, sono aumentati del 3 per cento rispetto al novembre di un anno prima, spingendo l’indice fino 0,95 punti percentuali.
I prezzi delle verdure sono saliti di 11,3 punti percentuali su base annua, causa il freddo che ha interrottole linee di distribuzione, spingendo il CPI su 0,27 punti percentuali. I prezzi dei prodotti ittici hanno guadagnato un 4,9 per cento rispetto all’anno prima, secondo l’istituto cinese.
Escludendo i prezzi dei prodotti alimentari, il Cpi ha guadagnato un 1,6 per cento.
Nei primi 11 mesi, il Cpi è cresciuto di 2,7 punti per cento su base annua, in media, segnando un calo dell’aumento del 3,3 per cento nel primo semestre dell’anno.
Il Bns ha detto che il valore dell’indice di produzione (Ppi) della Cina, che misura l’inflazione a livello di commercio all’ingrosso, si è ridotto del 2,2 per cento annuo a novembre.
È il nono mese consecutivo di declino dopo che il Ppi era sceso nel marzo 2012 per la prima volta dal dicembre 2009. Il calo è stato inferiore al 2,8 per cento del mese di ottobre, e secondo il Nbs starebbe a indicare che l’economia si sta stabilizzando.
A causa della debolezza della domanda esterna e di un raffreddamento del mercato immobiliare, l’economia cinese è cresciuta del 7,4 per cento nel periodo luglio-settembre 2012, la sua debole performance in più di tre anni.